Il cibo dei morti

 

In questo saggio, di cui colpisce l'ampio arco tematico trattato, si parla del ruolo del cibo nel rapporto tra vivi e morti

coprendo la tradizione popolare, gli usi storici,  i luoghi geografici, e la sua valenza antropologica e teologica.

L'autrice parte da un suo ricordo di bambina: la nonna che prepara il grano dei morti, un gesto con il quale trasmette non solo una ricetta,

ma anche un atto di 'pietas' verso i morti (il sollievo che si pensava desse alle anime purganti), e mediante  la condivisione del dolce con i vicini, compie un atto di consolidamento dei legami sociali.

Nella ritualità il cibo diventa non solo sostentamento in un momento di sconforto, ma anche legame tra i vivi che restano, tra vivi e morti, celebrazione e rituale apotropaico; la condivisione del lutto e nello stesso tempo della sua mitigazione, fa sì che mentre si mangia e si racconta, si sciolga il nodo duro e silenzioso del dolore

Da qui, si parte per parlare del cibo tradizionale dei morti nella sua diffusione nazionale, della sua simbologia, della sua valenza nei banchetti funebri, e del simbolo che esso incarna nella storia e nelle religioni. E si arriva alla individuazione dei meccanismi che nei giorni nostri lascia solo l'individuo di fronte ad una morte nascosta che è difficile da accettare. Così nascono negazioni e succedanei che, a volte molto piacevoli, diventano vere icone globali come la famosa Nutella.

 

 

Massimo Brambilla e Monica Lasorella

 

Il cibo dei morti

Autrice Bianca Tragni

Prezzo di copertina: 12,00 Euro

Brossura | 224 pagine | Palomar di Alternative | 2006