Giornata Chamgagne
Non ci credevo. Io, patito di bollicine all’ultimo stadio, insieme al Rinaldi a Roma per la “Giornata Champagne”, megamanifestazione per addetti ai lavori (e qualche infiltrato…) con esposizione e degustazione di moltissime tra le migliori bottiglie della tipologia. Partenza all’alba, nella migliore tradizione dei “pendo-lari”, ma stavolta in treno. Ok, pazienza per la levataccia, ne varrà la pena. Arriviamo nella capitale a metà mattina, e diamo subito una giustificazione culturale alla gita: andiamo a visitare il Maxxi, nuovo museo di arte contemporanea, che si preannuncia favoloso. Devo dirlo, è davvero come mi era stato descritto da Francesco, interessante e coinvolgente come pochi, con le magnifiche opere esposte divise tra artistiche in senso stretto ed architettoniche, con contaminazioni di film, fotografia ed altro ancora, il tutto racchiuso nella suggestiva ed imponente struttura di Zaha Hadid e fortemente caratterizzato dai 24 metri della scul-tura “calamita cosmica” di Gino De Dominicis. Già questo valeva il viaggio. Ma siccome non ci facciamo mancare nulla – soprattutto il superfluo – ci presentiamo puntuali all’apertura delle bottiglie: sede straordi-naria nei pressi di San Pietro, una vecchia chiesa sconsacrata ed in via di restauro, rallegrata dalle festo-se esplosioni dei tappi del Re dei vini. Avete presente uno di quei cuccioli di cane, quando gli si lanciano insieme tre o quattro palline da rincorrere? Bene, eravamo lì nello stesso stato d’animo: non riuscivamo a capire quale prendere per prima. E così ci siamo affidati al metodo, e…non ne abbiamo tralasciata nes-suna! Siamo passati da Bollinger a Jacquesson, da Henriot a Salon, passando per Bedel, Drappier, Oli-vier, Le Brun Servenay, Roederer, Lanson e tantissimi altri noti e meno noti. Dire che eravamo in estasi è poco, ma basti pensare che abbiamo “degustato” ininterrottamente dalle 14 alle 19, corroborati dai prov-videnziali tarallini offerti dagli organizzatori. Poi, però, stimolati da tanti “aperitivi” ci è venuta fame: detto fatto, trasferta con gli amici, il grande Davide Zingaro e monsieur Le Brun (produttore di un eccezionale Champagne Blanc de Blancs) all’Osteria Romana da Simmi, dove abbiamo spazzolato, nell’ordine, pasta all’amatriciana, cacio e pepe, braciole al ragù, abbacchio con le patate, abbacchio alla cacciatora e – last but not least – la mitica coda alla vaccinara! Naturalmente senza trascurare l’assaggio della pasta con l’arzilla (pesce razza) ed altre specialità di pesce ordinate da qualcuno dei commensali… Tutto magi-stralmente preparato e servito, e con un conto alla portata di tutte le tasche. Oh, siccome avevamo anco-ra sete (!!!), per innaffiare la cena abbiamo anche doverosamente gustato gli Champagne portati dal Le Brun (e che diamine, non potevamo mica deludere il nostro graditissimo ospite), comprese le eccezionali magnum di 1991 e 1994. Un grazie a tutti, dal mai abbastanza lodato organizzatore Francesco Rinaldi, all’amico ed importatore Davide Zingaro (suoi gli Champagne con il migliore rapporto qualità/prezzo, vedi il sito www.vdv-vinodivino.com , a monsieur Le Brun, alla gnocchettina del Salon 😉 ed alle gloriose e me-ritorie Ferrovie nazionali, che ci hanno riportati a casa sani e salvi malgrado il tasso alcolico che avrebbe schiantato il più robusto degli etilometri. Alla prossima, anzi a “la prochaine”!
Nico Bove