WWF Martina Franca

 

 

gita a

SERRA SAN BRUNO (VV)

“tra storia e natura”

21-22 novembre 2009

Storia

Serra San Bruno deve la sua origine alla venuta del monaco Bruno di Colonia, fondatore dell'Ordine dei Certosini , che dedicò la sua vita alla ricerca di Dio in silenzio e in solitudine e ricevette in dono dal Conte Ruggiero il Normanno i territori che oggi sono geograficamente individuati come altopiano delle Serre Calabre, per la costruzione del suo eremo, la Certosa di Santo Stefano del Bosco, primo monastero d'Italia e secondo in Europa dopo quello di Grenoble, in Francia.

Il paese è formato dal centro storico, chiamato Terravecchia e da Spinetto, quartiere più nuovo del primo perché costruito dopo il terremoto del 1783, che aveva distrutto buona parte del centro storico, rendendolo fatiscente e perciò denominato "terra vecchia" e alcuni edifici del monastero, tra i quali la chiesa conventuale certosina, di cui oggi rimane solo la cinquecentesca facciata in granito a testimonianza della grandezza che il tutto monastero possedeva.

La successiva ricostruzione del paese fu dovuta anche alla presenza di artigiani del legno, del granito e del ferro battuto richiamati nei secoli a Serra dalla presenza della Certosa; infatti, furono proprio questi maestri d'arte che sfruttarono le risorse di cui la zona era ricca, il legno, il ferro e il granito, per la creazione di opere d'arte che servivano per l'abbellimento delle chiese e del paese. Le chiese di Serra, infatti, conservano numerose testimonianze del glorioso passato artistico di questo bellissimo paese.

La Certosa di Sera San Bruno

Questo eremo isolato, situato in Calabria sulla dorsale montuosa a Nord dell’Aspromonte denominata Serra, trecento metri più in alto del paese di Serra San Bruno, è stato ricostruito, per la terza volta, dopo il terremoto del 1783. L’evento sismico avvenne esattamente il 7 febbraio, giorno di venerdì, verso le ore due del pomeriggio, l’ epicentro fu localizzato a Soriano e dintorni, seminò il terrore in tutta la Calabria e cagionò rovine indescrivibili, mietendo in pochi istanti circa 40.000 vittime. L’ eremo fu fondato da san Bruno, o Brunone, un tedesco di Colonia appartenente a famiglia altolocata, che, dopo il corso di studi seguito alla scuola capitolare della sua città, venne mandato a Reims, allora celebre per la sua scuola della cattedrale, per completare gli studi. Il giovane studente non aveva ancora ricevuto la vocazione religiosa; ma, avendo ricevuto una buona educazione cristiana e avendo conseguito la nomina a rettore della scuola della cattedrale, si oppose alle azioni brigantesche del vescovo di Reims, che aveva esordito comprando la carica che ricopriva. Fu cacciato e quindi reintegrato nella carica, dopo la deposizione del vescovo simoniaco: anzi, gli venne proposta la carica vescovile. Rifiutò il vescovado, ma rinunciò anche alla carica di canonico, rinunciò ai propri beni e si stabilì nel massiccio della Chartreuse, vicino a Grenoble, praticando vita claustrale con un gruppo di amici. Fu così che fondò l’Ordine dei Certosini.
Richiamato d’autorità a Roma da Urbano II, dovette fuggire in Calabria con lui, quando l’antipapa Clemente III invase lo Stato pontificio. Qui fondò la seconda comunità di Certosini: proprio sopra il paese che avrebbe assunto il nome di Serra San Bruno. All’eremo fu dato il nome di Santa Maria della Torre in onore della Vergine, per la quale i Certosini hanno sempre avuto particolare devozione. San Bruno morì qui nel 1101.
Oggi, salendo all’eremo, possiamo vedere la chiesa cinquecentesca, fra le cui fondazioni furono scoperte le tracce della primitiva chiesetta, ove furono ritrovati i resti del padre fondatore nel 1505.
Accanto alla chiesa c’è ancora lo stagno, nelle cui acque è stata immersa una statua del Santo, perché è tradizione che a volte egli vi si immergesse per penitenza. Un poco discoste si trovavano le abitazioni dei contadini che lavoravano nelle proprietà dell’eremo, allora molto vaste. Successivamente i Certosini furono sostituiti dai Cistercensi, che qualche secolo più tardi se ne andarono, lasciando il posto ai loro predecessori. Probabilmente perché furono ritrovati i resti del Santo, di cui Papa Leone X autorizzò il culto nel 1514.
Varie vicissitudini segnarono la storia del santuario nei secoli successivi. Nel 1826 il Comune di Serra acquistò l’edificio della Certosa, rovinato dal suddetto terremoto, allo scopo di preservarlo da una completa distruzione. Con tale compera il Comune entrò in possesso anche del busto argenteo e delle Reliquie di San Bruno e del B. Lanuino, che furono conservate nella chiesa matrice. Oggi il Santuario, nuovamente gestito dai monaci Certosini, è meta di pellegrinaggi non solo dal sud Italia, ma anche dall’estero. Il luogo in cui sorge, immerso nella natura, dona pace e favorisce la contemplazione del visitatore. I certosini, con il loro incessante pregare e una condizione di vita sobria, senza le comodità della civiltà moderna, trasmettono poi un messaggio ancora più forte a tutti coloro che ad essi si avvicinano: curare lo spirito, non solo il corpo.

Natura

Visitare Serra San Bruno vuol dire, senza dubbio, accogliere l’invito alla scoperta della natura.

Basta guardarsi intorno per capire come il paesaggio naturalistico sia il punto di forza di questo territorio che, nel corso dei secoli, ha saputo preservare le decine di specie arboree e le centinaia di piante officinali dagli assalti dell’inquinamento selvaggio.

E, in effetti, non poteva essere diversamente in luogo dove l’uomo e l’ambiente hanno trovato un punto di sintesi e di vicendevole completamento.

Il territorio di serra spicca per il suo grado di armonicità: a circa 850 metri sul livello del mare, troviamo l’altopiano dove si trova l’estensione del centro abitato attraversato dai fiumi Ancinale e Garusi. Già a questa altezza spiccano gli abeti bianchi, che sono la specie dominante delle Serre, ed i Faggi che si mescolano ad altre specie arboree come i Castagni ed i Pioppi.

Il sottobosco è ricco di un’infinita varietà di piante officinali che fanno da contorno alle diverse specie fungine presenti per parecchi mesi all’anno. Tra le ricercatissime prelibatezze del palato, ricordiamo i Porcini e gli Ovuli ma sempre più richiesti sono anche altre specie che vengono cucinate seguendo le più fantasiose ricette.

Fortunatamente, però, la recente applicazione di una legge regionale ha disciplinato la raccolta di questi frutti che si può effettuare solo dopo il conseguimento di una tessera ed il pagamento di una piccola tassa e deve essere fatta con un paniere in vimini onde permettere la caduta delle spore sul terreno.

Una passeggiata tra i boschi di Serra può certamente riservare l’incontro con numerosi animali selvatici che popolano queste aree. E’ facile imbattersi nel volo delle Poiane o dei Falchi ricordandosi, però, di dare uno sguardo a terra per non incrociare il passo con quello delle Vipere.

Dunque, addentrarsi nei boschi di Serra significa condividere un meraviglioso connubio con la natura e con il mondo che ci appartiene ma che dobbiamo proteggere.

Oasi del lago dell’Angitola

 

Lago artificiale posto a circa tre chilometri dal mare, lungo una importante rotta di migrazione degli uccelli.
E’ circondato per buona parte da vegetazione riparia e pinete di rimboschimento. Presenti uliveti e tratti a macchia mediterranea. L'Estensione è di 875 ettari (di cui 196 ettari di acqua).

Lungo le rive, Salici bianchi e Ontani neri, cui segue la pineta di impianto artificiale a Pino D’Aleppo. La vegetazione anfibia è rappresentata soprattutto dal tifeto e dal fragmiteto (cannuccia di palude) Interessanti lembi di Sughereta con essenze della macchia mediterranea.

Anatre e Folaghe, insieme ai Cormorani, svernano regolarmente nell’invaso. Tra le prime ricordiamo il Germano reale, l’Alzavola, Il Fischione, il Moriglione. Durante i periodi della migrazione si possono osservare diverse specie di Aironi (da quello cenerino, più comune, alla Garzetta, al più raro Airone bianco maggiore), diversi limicoli (come il Cavaliere d’Italia) e, tra i rapaci, il Falco pescatore. Lo Svasso maggiore, nidificante e stazionario, è il simbolo dell’oasi

 

L’organizzazione del viaggio è a cura di CAVA VOYAGES Corso Italia 116 – Martina Franca – tel. 080.4839702

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE:                                              

€  125,00 per i soci WWF

€  135,00 per i non soci WWF  (*)

 

(*) con soli € 30,00 è possibile iscriversi al WWF e beneficiare della quota riservata ai soci.

 

Si consiglia di indossare un abbigliamento a “cipolla”, K-way, scarponcini da trekking, binocolo e macchina fotografica.

 

 

 

Prenotazioni entro il 12 novembre con anticipo di € 50,00 a persona

Pino 348.3436174                     Piero 348.3526958

Luca 348.1329989                    Gianni 346.0078254

 

 

 

Programma:

sabato 21 novembre

          ore   7,00              raduno dei partecipanti piazza Marconi

          ore   7,15              partenza con  pullman GT               

          ore 11,15              arrivo “Oasi del Lago dell’Angitola”

escursione con guida del WWF Calabria

pausa con pranzo a sacco fornito dall’organizzazione

          ore  14,30             partenza per Serra San Bruno

          ore  15,30             visita alla Certosa di Serra San Bruno (m 790 slm)

          ore  17,00             sistemazione presso l’Hotel Ristorante Certosa a Serra San Bruno

visita libera a Serra San Bruno

          ore  19,00             briefing  di presentazione dell’escursione sulla catena delle Serre

          ore 20,00              cena presso il ristorante dell’albergo

          ore 21,30              intrattenimento serale animato

 

domenica 22 novembre

          ore   7,45              colazione in albergo;

          ore   8,30              partenza per escursione guidata sulla catena delle Serre

pausa con pranzo a sacco preparato dall’albergo

          ore 16,30              rientro in albergo

          ore 17,30              partenza  in direzione Martina Franca

          ore 20,00              cena al ristorante “Agorà” di Civita (CS) – guida Slow Food  “Osterie d’Italia 2009“

          ore 23,00              arrivo previsto a Martina Franca.

 

La quota comprende:

– sistemazione in camera doppia;

– viaggio A/R in pulman GT;

– sistemazione in hotel;

– il pranzo a sacco del sabato  e della domenica;

– la cena del sabato e della domenica;

– la colazione della domenica;

– l’intrattenimento animato del sabato sera;

– le guide per le escursioni.

 

La quota non comprende:

          gli extra, le mance e tutto quanto non specificato nella voce “la quota comprende”

 

Prenotazioni entro il 12 novembre con anticipo di € 50,00 a persona

Pino 348.3436174                     Piero 348.3526958

Luca 348.1329989                    Gianni 346.0078254