Menù – Natale 2010

 

 

 

 

 

Coppe di gamberi in crema di barbabietole (Ricetta estratta dal sito www.buttalapasta.it)

 

Le coppe di gamberi in crema di barbabietole sono un antipasto a base di pesce e verdure miste, ottima alternativa al più classico cocktail di scampi. In questa ricetta la salsa è a base di maionese e un frullato di barbabietole rosse cotte. Anche la composizione del piatto è molto importante: coppette individuali foderate di foglie di indivia belga ben lavata e asciugata, ripiene di crema di barbabietole e gamberi lessati precedentemente in acqua bollente con vino bianco, pepe in grani, succo di limone e alloro.

 

500 g di code di gamberi

2 limoni a fette

2 cespi di indivia belga

100 g di barbabietola cotta

100 g di maionese

200 ml di vino bianco

1 cucchiaino di aceto di vino rosso

10 grani di pepe

1 foglia di alloro

Succo di un limone

Sale

 

Preparazione:

Portate a ebollizione 2 litri di acqua con il vino bianco, l’alloro, il succo di limone e il pepe in grani. Aggiungete un pizzico di sale e fate bollire per 5 minuti. Poi aggiungete i gamberi per 3 minuti, sgocciolateli e lasciateli raffreddare. Sgusciateli privandoli del filetto nero.

Pulite le barbabietole dalle parti esterne, passatele al mixer con il cucchiaino di aceto. Versate il composto in una ciotola dove dovrete incorporare piano piano la maionese. 

Mondate l’indivia, lavatela e asciugatela. Disponete le foglie sul fondo di 4 coppette e copritele con la crema di barbabietole. Disponete i gamberi sopra la salsa e guarnite con fette di limone. Servite.                                      

 

 

Crostini al purè di lenticchie

 

6 fette di pane casereccio

200 g di lenticchie

½ carota

½ cipolla

Una piccola costola di sedano

Una patata

2 pomodori

Un ciuffo di prezzemolo

40 g di guanciale

Olio evo

2 cucchiai di pecorino grattugiato

2 spicchi d’aglio

Sale

Pepe

 

Preparazione:

Tagliate a pezzi la cipolla, la carota, il sedano e la patata . Lessate le verdure in acqua bollente, sgocciolatele e tenetele da parte. Nella stessa acqua lessate le lenticchie a fuoco medio per circa un’ora, finché non saranno tenere; salatele a fine cottura e sgocciolatele conservando l’acqua di cottura. Fate rosolare in una padella il guanciale tagliato a dadini senza aggiungere grassi, unite i pomodori a cubetti e le lenticchie. Continuate la cottura lasciando insaporire per 20 minuti.

Mescolate le lenticchie alle verdure lessate tenute da parte, tritate tutto al mixer, salate, pepate, unite quattro cucchiai di olio, il pecorino e spolverizzate con il prezzemolo tritato.

Tostate le fette di pane, strofinatele con l’aglio, irroratele con un filo di olio, spalmate con il purè di lenticchie e decorate con dadini di pomodoro.

 

 

Rigatoni al forno con verdure

 

200 g di rigatoni

2 porri

2 carciofi

2 coste di sedano

150 g di bietoline, 2 rametti di maggiorana

Una scatola di polpa di pomodoro

140 g di ricotta di capra

Un dl di latte

Un uovo

Un limone

2,5 dl di brodo vegetale

Pistilli di zafferano

Olio evo

Noce moscata, sale

 

Preparazione:

Mondate i carciofi, eliminate le foglie esterne e il fieno, tagliateli a spicchi sottili e tuffateli in una ciotola con acqua e succo di limone.

Tagliate le bietoline a striscioline e lavatele; riducete il sedano a tocchetti e i porri a fettine.

Fate soffriggere le verdure in quattro cucchiai di olio a fiamma media per 2-3 minuti, unite  i carciofi, le bietoline, la polpa di pomodoro, il brodo, coprite e cuocete per 20 minuti. Aggiungete le foglie di maggiorana e un pizzico di sale.

Cuocete la pasta in acqua aromatizzata con i pistilli di zafferano, tiratela al dente e raffreddatela in acqua ghiacciata e sale, conditela con il sugo di verdure, disponetela in una pirofila unta di olio.

Frullate la ricotta con il latte, l’uovo, un pizzico di sale e una grattata di noce moscata; versate la crema di formaggio sulla pasta e gratinatela in forno già caldo a 200° per 5-10 minuti.  

 

 

Costolette di vitello alla senape

 

4 costolette di vitello

80 g di senape rustica

8 dl di latte

1 spicchio di aglio

Un rametto di rosmarino

Un rametto di salvia

30 g di burro

Sale, pepe in grani

 

Preparazione:

Saltate le costolette di vitello con la senape rustica su entrambi i lati. Metteteli in una ciotola capiente e versatevi sopra il latte, in modo che le ricopra interamente. Aggiungete qualche grano di pepe, coprite con un foglio di pellicola e lasciate riposare in frigo per circa un’ora.

Sgocciolate le costolette dalla marinata delicatamente, per non far staccare i granelli di senape e adagiatele su di un piatto. Sbucciate lo spicchio di aglio e tritatelo con metà foglie di salvia e metà aghi di rosmarino. Fate fondere il burro in una larga padella, possibilmente antiaderente. Aggiungete le erbe aromatiche tritate e quelle rimaste intere e lasciate insaporire per qualche istante. Quando il burro sarà spumeggiante, unite le costolette  e fatele rosolare a fuoco vivo, 7-8 minuti per lato,avendo cura di girarle con due cucchiai di legno o con una pinza per non bucarle.

Distribuitele nei piatti, irroratele con il fondo di cottura e servitele subito.

Per accompagnare le costolette preparare una salsa con un vasetto di yogurt naturale, uno spicchio di aglio,mezza cipolla rossa di Acquaviva (Presidio Slow Food), 2 ravanelli.

Tritate tutto e condite con un filo di olio, sale e pepe.

 

 

Carteddate

 

Tra i dolci natalizi regionali, le carteddate sono tra quelli tipici del natale pugliese. Carteddate in dialetto significa piegate, curve, e furono servite per la prima volta durante il matrimonio di Bona Sforza nel 1517, dopo il quale si diffusero anche tra il popolo. Tra gli ingredienti principali di questa preparazione c’è il mosto cotto, ovvero il succo di uva che bollito fino a che non diventa sciroppo, che potete trovare in commercio in botteghe di prodotti regionali. Per friggere questi dolci utilizzate dell’olio extravergine di oliva, possibilmente pugliese, e servitele insieme a una pallina di gelato alla vaniglia.

 

farina 500 g

mezzo bicchiere di vino bianco secco

mezzo cucchiaino di cannella

mosto cotto mezzo litro

chiodi di garofano in polvere

olio extravergine di oliva 1l

 

Preparazione:

Setacciate la farina e impastatela con circa 5 cucchiai di olio extravergine di oliva e mezzo bicchiere di vino; lavorate fino a che non avrete un impasto morbido.

Suddividete l’impasto in piccole pagnottine e con il mattarello riducetele a sfoglie sottolissime, quindi con il tagliapasta ricavatene delle strisce di circa 30 cm di lunghezza e 4 di larghezza.

Piegate ogni striscia a metà dalla parte della lunghezza e con le mani pizzicatela ogni 4 centimetri dalla parte arricciata dalla ruota tagliapasta. Arrotolatela ora a forma di chiocciola e lasciate riposare per mezza giornata in un luogo asciutto, meglio se su una tavola di legno.

Trascorse le 12 ore scaldate l’olio rimasto in una padella dai bordi alti e mettete a friggere le cardellate, scolandole con il mestolo forato una volta che saranno ben dorate. In una casseruola scaldate il mosto cotto e immergetevi le carteddate un istante, poi scolatele e mettetele su un piatto da portata.

Spolverizzatele con cannella e chiodi di garofano, quindi servite.


 

 

Auguri e buon pranzo da Anna Bianco, Cinzia Gentile e dalla Piccola Tavola Slow Food Alberobello & Valle D'Itria.

Menù – Vigilia di Natale 2010

 

 

 

Gamberi al cognac e pistacchi

 

16 code di gamberi

Mezzo bicchiere di cognac spagnolo o di brandy

2 albumi

Curry

2 cucchiai di pistacchi

Grissini grattugiati

50 g di burro

Sale

 

Preparazione: 

Sgusciate i gamberi, incidete con le forbici il guscio in tutta la sua lunghezza, allargatelo con le dita ed estraete delicatamente la polpa. Poi eliminate il filino nero intestinale. Mettete i gamberi in una ciotola, spruzzateli con il cognac e lasciateli marinare per un’ ora in frigorifero, coperti.

Tritate grossi i pistacchi sgusciati e pelati e mescolateli con 3-4 cucchiai di grissini grattugiati.

Diluite un cucchiaino di curry con un po’ di cognac; sbattete leggermente gli albumi e unitevi il curry.

Scolate i gamberi e tamponateli con carta assorbente. Passateli prima negli albumi, poi nel composto di grissini e pistacchi e fatelo aderire bene premendolo con le mani.

Rosolate il burro in una larga padella, mettetevi i gamberi e cuoceteli su fuoco vivo per 10 minuti, rigirandoli con una paletta. Dovranno risultare dorati e croccanti. Scolateli, salateli e serviteli.

 

 

Carpaccio di branzino con porcini

 

Un branzino da 1,2 kg

300 g di porcini freschi

½ bicchiere di vino bianco

4 cucchiai di olio evo

Qualche rametto di maggiorana fresca

Sale

Pepe

 

Preparazione: 

Sfilettare il branzino, stenderlo sull’asse di legno, togliere la pelle tenendo ferma la coda incidendo il filetto di branzino fra pelle e carne (nel caso non si riuscisse chiedere aiuto a un pescivendolo di fiducia). Ricavare delle fettine spesse ½ cm. tagliandolo obliquamente. Tagliare i porcini a fettine sottili ½ cm. stando attenti a non romperle. Mettere l’aglio in una padella, aggiungere l’olio e la maggiorana fresca, fare imbiondire per 2 minuti.

Unire i porcini e soffriggere per 3 minuti bagnando con il vino bianco. Salare, pepare e lasciare cuocere per altri 3 minuti. In una pirofila alternare una fettina di branzino e una di porcino, cospargere il carpaccio con il sughetto di cottura dei porcini, riscaldare il forno a 160° e cuocere per 5 minuti.

 

                                         

Ziti al ragù di pesce

 

320 g di ziti interi

150 g di olive verdi e nere

4 filetti d’acciuga sott’olio

200 g di pesce spada

Uno spicchio d’aglio

Un mazzetto di prezzemolo

200 g di pomodorini ciliegia

Peperoncino

Olio evo

Sale

 

Preparazione:

Private il pesce spada della pelle, tagliate la polpa a dadi, fateli saltare in padella con 2 cucchiai d’olio e uno spicchio d’aglio, scolateli quando sono dorati, salateli e teneteli da parte.

Versate nella stessa padella altri 2 cucchiai di olio e stemperatevi le acciughe; aggiungete i pomodorini spaccati a metà e le olive snocciolate e fate insaporire per 2-3 minuti, bagnate con un mestolo d’acqua calda e lasciate sobbollire per 10 minuti. Regolate di sale, rimettete in padella il pesce e insaporite con il prezzemolo tritato e un bel pizzico di peperoncino in polvere.

Cuocete la pasta, scolatela al dente senza sgocciolarla troppo e fatela saltare in padella con il ragù; completate con un filo d’olio crudo.

 

            

Involtini di spada ai capperi

 

500 g di pesce spada

Un’arancia

Un cucchiaio di capperi sotto sale

4 filetti di acciughe sotto sale   

2 uova

Farina

Pangrattato

Agretto all’arancia o aceto di mele

2-3 rametti di origano

Olio d’oliva

Sale

Pepe

 

Preparazione:

Tagliate  a fette non troppo sottili il pesce. Spremete l’arancia e versate il succo sulle fettine di spada che avrete sistemato in una fondina. Profumate con qualche foglia di origano, coprite con pellicola e lasciate insaporire in frigorifero per un’ora circa.

Lavate capperi e acciughe per dissalarli e tamponateli con carta assorbente. Tritate i capperi e mescolateli con 4 cucchiai di pangrattato. Sbattete le uova con uno spruzzo di agretto o di aceto e una macinata di pepe.

Sgocciolate le fette di spada, mettete al centro di ciascuna un pezzetto di acciuga e 2 foglie di origano, arrotolatele e fissatele con uno stecchino. Immergete gli involtini nelle uova, passateli nella farina e in fine nel pangrattato facendo aderire bene l’impanatura.

Cuocete gli involtini in una padella antiaderente con 5 cucchiai di olio ben caldo finchè saranno dorati, scolateli, salateli e serviteli subito.                                        

 

 

Crostata con uvetta

 

300 g di farina

500 g di ricotta

2 uova

Un limone non trattato

100 g di uvetta

4 cucchiai di liquore all’arancia

120 g di zucchero

150 g di burro

Zucchero a velo

Un pizzico di sale

 

Preparazione: 

Lavorate la farina con il burro morbido a pezzetti, un pizzico di sale, 2 cucchiai di liquore e un dl di acqua fredda fino ad ottenere una pasta omogenea; avvolgetela in un foglio di carta da forno e fatela riposare in frigo per 30 minuti.

Ammorbidite l’uvetta nel liquore rimato, mescolate la ricotta in una ciotola con lo zucchero le uova e la scorza grattugiata del limone, scolate l’uvetta e asciugatela con un foglio di carta da cucina. Stendete la pasta in una sfoglia rotonda spessa circa mezzo cm. e usatela per rivestire uno stampo antiaderente da crostata di 22 cm. con fondo staccabile. Tagliate via la pasta eccedente e tenetela da parte; punzecchiate il fondo con una forchetta, cospargetelo con l’uvetta versatevi sopra la crema di ricotta.

Stendete la pasta rimasta in una sfoglia sottile, dividetela a strisce larghe un cm. e sistematele sulla superficie della crostata in modo decorativo; cuocetela per circa 40 minuti nella parte bassa del forno già caldo a 180°, sformatela e lasciatela raffreddare completamente. Servite la crostata spolverizzata con poco zucchero a velo.

 


Auguri e buona cena da Anna Bianco, Cinzia Gentile e dalla Piccola Tavola Slow Food Alberobello & Valle D'Itria.

 

Menù della Vigilia 2010

 

 

 

Gamberi al cognac e pistacchi

 

16 code di gamberi

Mezzo bicchiere di cognac spagnolo o di brandy

2 albumi

Curry

2 cucchiai di pistacchi

Grissini grattugiati

50 g di burro

Sale

 

Preparazione: 

Sgusciate i gamberi, incidete con le forbici il guscio in tutta la sua lunghezza, allargatelo con le dita ed estraete delicatamente la polpa. Poi eliminate il filino nero intestinale. Mettete i gamberi in una ciotola, spruzzateli con il cognac e lasciateli marinare per un’ ora in frigorifero, coperti.

Tritate grossi i pistacchi sgusciati e pelati e mescolateli con 3-4 cucchiai di grissini grattugiati.

Diluite un cucchiaino di curry con un po’ di cognac; sbattete leggermente gli albumi e unitevi il curry.

Scolate i gamberi e tamponateli con carta assorbente. Passateli prima negli albumi, poi nel composto di grissini e pistacchi e fatelo aderire bene premendolo con le mani.

Rosolate il burro in una larga padella, mettetevi i gamberi e cuoceteli su fuoco vivo per 10 minuti, rigirandoli con una paletta. Dovranno risultare dorati e croccanti. Scolateli, salateli e serviteli.

 

 

Carpaccio di branzino con porcini

 

Un branzino da 1,2 kg

300 g di porcini freschi

½ bicchiere di vino bianco

4 cucchiai di olio evo

Qualche rametto di maggiorana fresca

Sale

Pepe

 

Preparazione: 

Sfilettare il branzino, stenderlo sull’asse di legno, togliere la pelle tenendo ferma la coda incidendo il filetto di branzino fra pelle e carne (nel caso non si riuscisse chiedere aiuto a un pescivendolo di fiducia). Ricavare delle fettine spesse ½ cm. tagliandolo obliquamente. Tagliare i porcini a fettine sottili ½ cm. stando attenti a non romperle. Mettere l’aglio in una padella, aggiungere l’olio e la maggiorana fresca, fare imbiondire per 2 minuti.

Unire i porcini e soffriggere per 3 minuti bagnando con il vino bianco. Salare, pepare e lasciare cuocere per altri 3 minuti. In una pirofila alternare una fettina di branzino e una di porcino, cospargere il carpaccio con il sughetto di cottura dei porcini, riscaldare il forno a 160° e cuocere per 5 minuti.

 

                                         

Ziti al ragù di pesce

 

320 g di ziti interi

150 g di olive verdi e nere

4 filetti d’acciuga sott’olio

200 g di pesce spada

Uno spicchio d’aglio

Un mazzetto di prezzemolo

200 g di pomodorini ciliegia

Peperoncino

Olio evo

Sale

 

Preparazione:

Private il pesce spada della pelle, tagliate la polpa a dadi, fateli saltare in padella con 2 cucchiai d’olio e uno spicchio d’aglio, scolateli quando sono dorati, salateli e teneteli da parte.

Versate nella stessa padella altri 2 cucchiai di olio e stemperatevi le acciughe; aggiungete i pomodorini spaccati a metà e le olive snocciolate e fate insaporire per 2-3 minuti, bagnate con un mestolo d’acqua calda e lasciate sobbollire per 10 minuti. Regolate di sale, rimettete in padella il pesce e insaporite con il prezzemolo tritato e un bel pizzico di peperoncino in polvere.

Cuocete la pasta, scolatela al dente senza sgocciolarla troppo e fatela saltare in padella con il ragù; completate con un filo d’olio crudo.

 

            

Involtini di spada ai capperi

 

500 g di pesce spada

Un’arancia

Un cucchiaio di capperi sotto sale

4 filetti di acciughe sotto sale   

2 uova

Farina

Pangrattato

Agretto all’arancia o aceto di mele

2-3 rametti di origano

Olio d’oliva

Sale

Pepe

 

Preparazione:

Tagliate  a fette non troppo sottili il pesce. Spremete l’arancia e versate il succo sulle fettine di spada che avrete sistemato in una fondina. Profumate con qualche foglia di origano, coprite con pellicola e lasciate insaporire in frigorifero per un’ora circa.

Lavate capperi e acciughe per dissalarli e tamponateli con carta assorbente. Tritate i capperi e mescolateli con 4 cucchiai di pangrattato. Sbattete le uova con uno spruzzo di agretto o di aceto e una macinata di pepe.

Sgocciolate le fette di spada, mettete al centro di ciascuna un pezzetto di acciuga e 2 foglie di origano, arrotolatele e fissatele con uno stecchino. Immergete gli involtini nelle uova, passateli nella farina e in fine nel pangrattato facendo aderire bene l’impanatura.

Cuocete gli involtini in una padella antiaderente con 5 cucchiai di olio ben caldo finchè saranno dorati, scolateli, salateli e serviteli subito.                                        

 

 

Crostata con uvetta

 

300 g di farina

500 g di ricotta

2 uova

Un limone non trattato

100 g di uvetta

4 cucchiai di liquore all’arancia

120 g di zucchero

150 g di burro

Zucchero a velo

Un pizzico di sale

 

Preparazione: 

Lavorate la farina con il burro morbido a pezzetti, un pizzico di sale, 2 cucchiai di liquore e un dl di acqua fredda fino ad ottenere una pasta omogenea; avvolgetela in un foglio di carta da forno e fatela riposare in frigo per 30 minuti.

Ammorbidite l’uvetta nel liquore rimato, mescolate la ricotta in una ciotola con lo zucchero le uova e la scorza grattugiata del limone, scolate l’uvetta e asciugatela con un foglio di carta da cucina. Stendete la pasta in una sfoglia rotonda spessa circa mezzo cm. e usatela per rivestire uno stampo antiaderente da crostata di 22 cm. con fondo staccabile. Tagliate via la pasta eccedente e tenetela da parte; punzecchiate il fondo con una forchetta, cospargetelo con l’uvetta versatevi sopra la crema di ricotta.

Stendete la pasta rimasta in una sfoglia sottile, dividetela a strisce larghe un cm. e sistematele sulla superficie della crostata in modo decorativo; cuocetela per circa 40 minuti nella parte bassa del forno già caldo a 180°, sformatela e lasciatela raffreddare completamente. Servite la crostata spolverizzata con poco zucchero a velo.

 


Auguri e buona cena da Anna Bianco, Cinzia Gentile e dalla Piccola Tavola Slow Food Alberobello & Valle D'Itria.

 

Slow Wine 2011

 

 

 

"SLOW WINE 2011", la prima Guida dei vini firmata esclusivamente da Slow Food Editore, è stata presentata da Slow Food Puglia domenica 5 dicembre, presso l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (IAMB) a Valenzano.

Il progetto vino di Slow Food, il cui battesimo ufficiale si è svolto a ottobre a Torino, durante il Salone del Gusto, sta svolgendo il suo viaggio di presentazione attraverso le regioni d’Italia “per incontrare i lettori, gli appassionati e i produttori.

Una vera e propria sfida che Slow Food ha intrapreso, dopo il divorzio due anni fa con Gambero Rosso, sotto l’impulso di “Terra Madre”, la grande assemblea delle comunità del cibo.

Si tratta, infatti di una nuova avventura editoriale, che il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese ha definito come un ritorno alle origini, puntando di nuovo sulla terra e sui suoi protagonisti.

Con questo progetto, l’Associazione “ha ritrovato pienamente la passione per il vino (mondo dal quale è partita), passione che sembrava essersi appannata, negli scorsi anni”.

Il rinnovato entusiasmo che Slow Wine esprime, ha spiegato Burdese, ha una valenza che investe tutti i progetti vecchi e nuovi dell’Associazione, nonché quello più ampio politico e culturale.

La stessa ottica, ad esempio, ha richiesto la riedizione (riveduta e ampliata) di due storici lavori: quello sui Vitigni d’Italia e Il Piacere del vino.

Con Slow Wine l’Associazione vuole rimettersi dalla parte dei lettori, e dei suoi associati in particolare, informandoli affinché le loro scelte siano più consapevoli.

Ma vuole pure, ha detto Burdese: “affrontare l’altra grande sfida, quella nei confronti dei produttori e della intera filiera: contribuire alla determinazione del cambiamento, dell’uscita dalla crisi”. I percorsi futuri, ha concluso il Presidente, sono negli elementi di valore che emergono dalla lettura che la guida fa del mondo del vino, mondo che altro non è che una delle facce dell’agricoltura, settore che “sebbene sia fuori dei tavoli della politica, visto che determina il nostro benessere, la qualità della nostra vita, deve tornare al centro di essa”.

Ma andiamo a sfogliare il corposo ma maneggevole testo.

Subito salta all’occhio che non ci sono voti, bicchieri, grappoli o stelle varie a valutare i vini, ma ci sono soprattutto le descrizioni delle aziende che producono vino, delle persone che lavorano e della loro terra.  

Come ha spiegato Fabio Giavedoni, curatore della guida insieme a Giancarlo Gariglio, “Vita-vigne- vini”, infatti, è il sottotitolo di Slow Wine 2011,  che appunto apporta una sostanziale novità rispetto alle tante guide già esistenti: più di 200 collaboratori hanno raccontato la storia dei produttori e delle vigne, non solo del vino.

Sono state scovate realtà produttive interessantissime anche pressoché sconosciute, sono state visitate 2100 cantine, recensite 1850, degustati 21.000 vini e 8.400 sono stati raccontati. Ben 56 cartine arricchiscono le pagine di Slow Wine 2011, per aiutare il lettore nella comprensione dei territori vitivinicoli italiani.

Perché questo è certamente un progetto di forte valorizzazione dei territori, della loro ricchezza di vitigni autoctoni e delle differenze pedoclimatiche, ma che vuole sottolineare anche l’importanza del fattore umano: solo grazie alla sapienza, al lavoro ed alla passione degli uomini, un territorio può esprimersi al meglio.

Nella bottiglia c’è la storia di donne e uomini, di vigne e di cantine, di uve e di vini.

Non è sufficiente un giudizio sui vini a spiegare tutto questo, Slow Wine da una chiave di lettura su ogni singola azienda recensita. Giavedoni ha poi spiegato i criteri con cui sono state indicate, dal punto di vista grafico, le aziende e i vini che si sono distinti per adesione ai valori della filosofia Slow Food (chiocciola), per la qualità organolettica (bottiglia) e per il l’eccellente rapporto qualità/prezzo (euro).

Per la Puglia, sono state descritte 68 aziende, come ha spiegato Francesco Muci, coordinatore regionale insieme a Duccio Armenio, grazie alla collaborazione di una squadra di 13 persone che hanno scandagliato le aziende vitivinicole della Regione, in tempi piuttosto ristretti, con le difficoltà dovute al fatto che era un progetto del tutto nuovo, ma portando a casa un’esperienza assolutamente indimenticabile.

La presentazione è stata seguita dalla degustazione della gran parte delle aziende pugliesi recensite, accompagnata da pani e focacce provenienti da tutte le zone della regione.

Presente anche il delizioso pane prodotto con farina di grano duro “Senatore Cappelli” della Comunità del grano della Valle d’Itria, trasformato dall’Azienda Agricola Aglio Poltri di Noci e acquistabile nella bottega di Marino Notarnicola “Da Marino” in Via Cavour a Noci, che lo ha gentilmente offerto per la manifestazione.

 

Flora Saponari

Logo Terra Madre

Terra Madre di Ermanno Olmi

 

Parte una nuova ed interessante rubrica intitolata “CIAK…SI GUSTA”.

Non si tratta solo di una proiezione cinematografica ma bensì di una "cinedegustazione".

Tra il primo e secondo spettacolo proporremo una grande degustazione di prodotti TIPICI offerti dalla ns. comunità del cibo “LA COMPAGNIA DEL FORNELLO”. 

Siamo certi che sarà un successo e pertanto, consigliamo  vivamente di prenotare per tempo. 

Iniziamo alla grande giovedì 28 gennaio con il film documentario del grande regista Ermanno OLMI.

I posti disponibili per ogni spettacolo sono circa 250 – 1° spettacolo ore 19,30 e 2° spettacolo ore 21,30.

 

 

Biglietto d'ingresso € 3.00 

 

Le  prenotazioni per gli spettacoli vanno fatte direttamente all’AUDITORUM COMUNALE DI LOCOROTONDO  Via Morelli, 28   TEL. 080. 4313191  – CELL. 337.832222. 

I biglietti  prenotati devono necessariamente essere ritirati almeno mezz’ora prima dello spettacolo. 

In allegato la locandina dell'evento.

                                                       
                     Locandina Ciak
Presidi

Terra Madre day 2010

 

 

È ora di riscoprire il cibo locale…

 

Nel 2009 Slow Food ha organizzato il primo Terra Madre Day: oltre 1000 eventi in 120 paesi hanno dato vita a una delle più grandi occasioni collettive mai realizzate su scala globale per celebrare la diversità alimentare e proclamare il diritto a un cibo buono, pulito e giusto. I convivium/Le condotte Slow Food e le comunità di Terra Madre si sono fatti portavoce di contadini e produttori di piccola scala, cuochi responsabili e consumatori consapevoli e hanno dimostrato nei loro territori che la nostra campagna globale per un cibo migliore comincia da economie locali sostenibili, capaci di rendere più piacevole la vita di ciascuno di noi.

Quest’anno abbiamo l’opportunità di dimostrare non solo quanto è ricca di diversità la nostra rete, ma anche quanto è interconnessa e risoluta ad agire, attraverso il sostegno al progetto Mille Orti in Africa. Durante il Terra Madre Day si terranno scambi o gemellaggi tra comunità e gruppi di Slow Food aderenti al progetto, oltre a eventi destinati a raccogliere fondi per sostenere uno degli orti.
Ancora una volta ti invitiamo, per il 10 dicembre, a sottolineare l’importanza di mangiare locale, usando la tua creatività per diffondere il nostro messaggio e promuovere sistemi alimentari migliori: inneschiamo una rivoluzione globale con radici locali!

Carlo Petrini

Presidente Slow Food International

Saluto di Carlo Petrini in occasione del Terra Madre day. 

www.slowfood.it/terramadreday 

 

Una cena per Terra Madre

 

10 Dicembre 2010 ore 21.00   ALBEROBELLO (Bari) Italy

Una cena per "Terra Madre" Nelle tre osterie del territorio, in contemporanea, sarà presentato lo stesso menù preparato con prodotti dei presìdi della Puglia e da alcune comunità del cibo. In ognuna delle tre osterie saranno presenti i componenti della condotta Slow Food Alberobello e Valle d'Itria che illustreranno ai presenti i concetti e la filosofia di Terra Madre.

Le Osterie che aderiscono alla serata sono:
L'Aratro – Via Monte San Michele, 25 – Alberobello
L'Antica Locanda – Via Santo Spirito, 49 – Noci
La Taverna del Duca – Via Papadotero, 3 – Locorotondo

Per informazioni e prenotazioni:   Franco 335.6231826
Contatto: slowfoodalberobello@virglio.it    

 

Cantine presenti:

Cantine Racemi, Apollonio, Cantele , Cantina La Marchesa, Giancarlo Ceci, I Pàstini,  Polvanera, Raffaele Giuliani.

TERRA MADRE DAY

 

Menù con prodotti dei    

 

 

Antipasti

 

Mozzarella fior di latte di vacca podolica del Gargano (Presidio Slow Food)

 

Capocollo di Martina Franca (Presidio Slow Food)

 

Focaccia con sponsale rossa di Acquaviva (Presidio Slow Food)

 

Primi

 

Cavatellucci “Terra Madre”

 

Timballetto di cicoria selvatica con polpette di carne di vacca podolica (Presidio Slow Food)

 

Secondi

 

Capra garganica alla pignata (Presidio Slow Food)

 

Spezzatino di vacca podolica (Presidio Slow Food) cotta in passata di pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto (Presidio Slow Food)

 

Dessert

 

 

Dolci di mandorle di Toritto (Presidio Slow Food)

 

Dolci tradizionali di Natale

 

Il tutto accompagnato dal Pane tradizionale dell’Alta Murgia (Presidio Slow Food)

Osterie2011

Le nuove pubblicazioni

 

 

 Soci € 14,00  –  Non Soci € 20,00

 

E’ appena uscita Osterie d'Italia 2011, ventunesima edizione della guida più venduta e più amata dagli Italiani, non solo del popolo di Slow Food. Le più di 1700 segnalazioni, tra osterie tradizionali, trattorie e ristoranti familiari, enoteche con cucina e agriturismi, disegnano come sempre la geografia della cultura del cibo, dalla Valle d’'Aosta alla Sicilia, con l’attendibilità garantita dai quasi mille collaboratori Slow Food del territorio e dalla professionalità di una redazione affiatata.Tra le interessanti novità di quest'anno ci sono le cartine create in collaborazione con il Touring Club Italia, nuovi inserti come quello dedicato ai pesci d'acqua dolce di Lombardia e ai locali che li servono con rigorosa attenzione alla tracciabilità e, soprattutto, un percorso tra le "vecchie glorie" della guida: osterie che, presenti su Osterie d'Italia fin dalle prime edizioni, hanno poi compiuto un cammino diverso evolvendosi nello stile di cucina o di servizio e praticando prezzi di conseguenza più alti, pur mantenendo fedeltà alla gastronomia di territorio e, spesso, di tradizione. Si è così voluto fare un omaggio sia ai lettori sia a quelle belle realtà di ristorazione che sono state un pezzo della storia della guida.

 

 

Slow Wine  Soci € 17,00  –  Non Soci € 24,00

 

 

Si chiama Slow Wine: Uomini, vigne e vini in Italia 2011: è il progetto della nuova guida dei vini di Slow Food. Un nuovo modo di parlare di vino in Italia, attraverso una semantica che sposta l'attenzione dal bicchiere verso le vigne e i territori. Il compito, che già da un anno ci vede impegnati in corsi di formazione e visite, è gravoso. Ed è solo grazie all'investimento di numeroso energie umane ed economiche che sarà possibile realizzare questo progetto.

Visiteremo 2.000 cantine e degusteremo circa 20.000 vini. Ma soprattutto ascolteremo i produttori, ci confronteremo e cercheremo di capire con l'obiettivo di tradurre in parole la loro personale interpretazione del territorio.

 

Per informazioni rivolgersi a Franco 335.6231826

Per visionare tutte le pubblicazioni di Slow Food Editore clicca qui.

 

Premio eco-packaging

 

 

"Premio eco-packaging"

 

Sabato 23 ottobre scorso, nell’ambito del Salone del Gusto di Torino, è stato assegnato il Premio per il migliore eco-packaging dei Presìdi, indetto da Slow Food Italia e dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus con la collaborazione del Corso di Studi in Design Industriale del Politecnico di Torino, del Dipartimento di Colture Arboree della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Torino e dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.

 

Tutti hanno interesse ad un cibo genuino, fatto di elementi non inquinati dalla chimica, prodotto in un ambiente salubre, ma il sapore e la percezione organolettica del cibo non sono gli unici fattori da tenere in considerazione per definire la qualità di un prodotto, occorre valutare e dare uguale importanza alle fasi di produzione, promozione, di vendita, di consumo e, infine, di dismissione del prodotto: il suo intero ciclo di vita.

 

I Presìdi Slow Food si stanno impegnando negli ultimi anni per migliorare le confezioni dei propri prodotti, affinché le tecniche di produzione, coltivazione e allevamento sostenibili, caratteristiche dei progetti dei Presìdi, si accompagnino anche a un impegno forte sul fronte degli imballaggi e della comunicazione dei loro prodotto.

 

In particolare quest'anno sono stati sostenuti e aiutati da un forte contributo di Novamont e Tenax che hanno donato gratuitamente nel corso del 2010 ai produttori dei Presìdi italiani le retine in mater bi® per contenere i prodotti e una fornitura di shopper con il logo dei Presìdi Slow Food.

 

Slow Food ha premiato quest'anno tre Presìdi in tre differenti sezioni.

 

Per la sezione “Tecniche e materiali tradizionali” il nuovo “Presidio pugliese del pomodoro regina di Torre Canne”.

Le motivazioni sono: “per aver saputo recuperare e salvare una tradizione d’imballaggio e conservazione che rischiava di andare perduta incentivando vecchie colture autoctone a rischio di estinzione (il cotone e, in futuro, la canapa) a fianco della coltura del prodotto presidiato; in virtù del “saper fare” prettamente artigianale e la coesione tra i membri del Presìdio e dei coltivatori dell’area limitrofa di appartenenza, si è giunti alla creazione di un imballaggio funzionale ed esteticamente gradevole, realizzato con elementi essenziali costituiti da materiali naturali, degradabili, totalmente riciclabili e/o compostabili, evitando connessioni nocive che ne compromettessero la separazione materica e la dismissione a fine vita (rispettando così i principi di riduzione materica e di facile disassemblabilità)”.

Il Premio consiste nella fornitura gratuita da parte di Novamont di shopper in mater bi.

 

 

Per la sezione “Tecniche e materiali innovativi” il Presidio campano della papaccella napoletana. Le motivazioni sono: “per aver intrapreso la ricerca e l’applicazione di un imballaggio ecocompatibile per l’ortofrutta con largo anticipo – già nel corso del precendete Salone del Gusto 2008 –  anche a dispetto delle numerose difficoltà di reperimento di un tale tipo di imballaggio nel nostro Paese; nonché per aver conseguito il raggiungimento di un alto valore di ecocompatibilità in virtù di una “volontà personale” e non per una “necessità collettiva” contingente dell’ultimo minuto, conseguita anche grazie alla semplicità della chiusura dell’imballaggio senza ulteriori aggiunte di dispositivi e materiali (secondo i principi della monomatericità e della riduzione dei componenti)”.

Il Premio consiste nella fornitura gratuita da parte di Novamont e Tenax di retina in mater bi per la prossima stagione produttiva.

 

 

Per la sezione “Comunicazione della qualità del prodotto” il nuovo “Presidio pugliese del biscotto di Ceglie”.

Le motivazioni sono: “per aver saputo indicare con chiarezza esaustiva nella etichetta ogni elemento utile al consumatore per poter comprendere a pieno il prodotto (Presìdio Slow Food, data di scadenza, dati sul produttore e sul luogo di origine e provenienza, data di scadenza, modalità di conservazione, quantità e modalità di conservazione, ingredienti) nel rispetto della normativa vigente; nonché di aver indicato, oltre ad una marchiatura ecologica, la tipologia di allergeni eventuali per la salvaguardia della salute dei consumatori “a rischio” (come ad esempio i celiaci) e il profuso impiego di ingredienti prodotti e/o acquistati sul territorio comunale di produzione (principio del “chilometro 0”)”.

Il Premio consiste nell'impegno di Novamont ad avviare uno studio per una nuova confezione a sacchetto per i biscotti in mater bi.

 

 

Menzioni speciali infine sono state assegnate al Presidio del mais biancoperla (Veneto) e al Presidio degli Agrumi del Gargano (Puglia).