Copertina

Comunicato – Incontro con Roberta Corradin

 

Noci, 12 giugno 2009

Ieri sera per la prima volta l’ineffabile Domenico Maraglino è apparso in difficoltà, al cospetto della simpatica e tosta Roberta Corradin, scrittrice che è venuta da noi a presentare la sua ultima creatura, “Le cuoche che volevo diventare”, godibilissimo libro dalla copertina inguardabile. Il nostro anchorman si era preparato a svolgere il compitino ma, sin dalle prime battute ha dovuto realizzare che la parte del leone sarebbe toccata alla … tigre di Susa. Ha tentato invano di commentare tutti e venti i capitoli, ma per fortuna dei presenti non c’è riuscito, anche perché si intuiva nettamente che l’autrice aveva voglia di divagare, e così è stato. Roberta ha raccontato della sua vita e di come si sia trovata, quasi casualmente, a scrivere di cose e persone che hanno a che fare col cibo. Ha tratteggiato alcune figure femminili che , nel corso dei suoi innumerevoli viaggi, ha incontrato e con cui ha condiviso bei momenti, ha parlato bene della madre, meno bene di alcune quasi suocere, ed ha descritto il suo grande amore per la pasta fatta in casa, meglio se ripiena, soprattutto se si tratta dei ravioli. Forse non avrà gradito granchè di essere stata scambiata per Vinod, il compagno indiano di Antonella Ricci, perché comunque la sua femminilità era ai più ben evidente, ma, nonostante ciò, le dobbiamo essere risultati simpatici, visto che ha promesso ( o minacciato ? ) di tornare da noi nel prossimo autunno.

Giancarlo Granaldi  

                                                                 

Carpareli intervista1

Progetto Valle d’Itria

 

 

Restituiamo le vigne alla Valle d’Itria

Alla ricerca dell’identità perduta

In Valle d’Itria si sta verificando negli ultimi tempi un fenomeno preoccupante: la superficie vitata che fino a qualche anno fa contava 2500 ettari si è ridotta a meno di 300. La vigna  dunque è pressoché scomparsa dai panorami  della Valle. I  contadini hanno spiantato centinaia di ettari di vigneti a favore di ciliegi ed ulivi, perché evidentemente l’attività non era più redditizia;  il territorio dunque si è letteralmente trasformato. La Valle d’Itria situata al centro delle tre province Bari, Taranto e Brindisi e allocata nel cuore delle Murge del Sud Est, è un posto unico al mondo per le sue bellezze naturali, le tipiche costruzioni di pietra calcarea, il clima mite e la peculiarità dei suoi borghi bianchi,  ed avrebbe dovuto fare del turismo enologico un elemento fondamentale  per la sua economia, ma nella sostanza dei fatti sta  autodistruggendo il suo patrimonio ampelografico.. Certamente  le cause che hanno determinato questo desolante declino sono state tante, vediamone alcune:

 

a) la scomparsa dei vitigni minori nell’uvaggio della Doc;

b) l’arrivo di vitigni dalla grande produttività, ma qualitativamente scadenti;

c) la mancanza di personale qualificato nella commercializzazione e nel marketing;

d) la mancanza  di spirito di innovazione da parte degli addetti ai lavori;

 

In ultimo, ma non meno incisivo, è stato il venir meno di aziende quali Martini e Rossi e Folonari che compravano le uve per produrre il Vermouth, quindi il piccolo produttore sentitosi solo e privo di mezzi  non è stato più in grado di prendere iniziative.  La viticoltura della Valle infatti  è stata sempre condizionata dalla presenza di queste grandi aziende  che compravano le uve per portarle al Nord d’Italia. Da qui all’espianto delle vigne il passo è stato breve e non si può continuare a restare a guardare; questa è la ragione per la quale noi della condotta di Slow Food Alberobello e Valle d’Itria abbiamo sentito l’urgenza d’intervenire.

Slow Food Italia è un movimento culturale che si batte per la biodiversità e contro la globalizzazione, per la territorialità e per la tracciabilità  dei prodotti della terra. Dal momento che  il vino di questa terra  sta perdendo  la propria identità e dunque la propria anima,  noi abbiamo sentito  il dovere di intervenire, di batterci  per salvare il salvabile o quantomeno per  limitare i danni. Ci rivolgiamo ai  soci di  Slow Food, ma anche ai non soci, a tutti coloro cui sta a cuore questo problema chiedendo di scriverci  ed esprimere il proprio parere. Suggeriteci i nominativi di persone che  possano esserci utili in questa nostra  “campagna”  e ve ne saremo grati.  Siamo del parere che bisognerà puntare in maniera decisa e ferma  sulla qualità, magari piantando vitigni autoctoni, e quindi rispolverando viti dimenticate affinché ridiano lustro e prestigio ai vini di questa terra.

In questa operazione un ruolo rilevante ha e potrebbe avere in futuro il CRSA (Centro di Ricerca  “Basile Caramia”) di Locorotondo che sta facendo ricerche su vitigni a bacca bianca sinora trascurati, come il Fiano minutolo, il Marchione, il Maruggio, l’Impigno, il Francavidda. Il Centro sta sperimentando inoltre vitigni a bacca rossa come il Susumaniello, poiché potrebbe essere solo un pregiudizio che questo territorio sia vocato esclusivamente  per viti di uva a bacca bianca.

È importante, in conclusione, rivolgersi a gente fermamente intenzionata a cambiare e  far cambiare  anche la mentalità locale.  È  necessario il sostegno di persone di buona volontà (enologi, piccoli o grandi produttori) che abbiano il coraggio di fare degli esperimenti anche e di mettersi in gioco, per sé e per la propria terra. Le  stesse cooperative  dovrebbero cercare di motivare i contadini a cambiare e a sperimentare per poter finalmente “restituire le vigne alla Valle d’Itria”.

                                                                                                                       

Felice Tinelli  felicetinelli@libero.it

Responsabile Eventi Vini Slow Food  Alberobello e Valle d’Itria

 

 

Esprimi sull'argomento le tue opinioni, che provvederemo a pubblicare su queste pagine, o inviaci consigli e suggerimenti scrivendo a: info@slowfoodalberobello.it

 

 

 

                                                                         

                      Spazio dedicato alle vostre risposte

 

1)                Potenzialità e strategie di valorizzazione: l’attività del C.R.S.A. Basile-Caramia

Caro Felice,

è vero come tu hai evidenziato che la vitivinicoltura dell’area presenta numerosi problemi strutturali che da tempo sono sotto gli occhi di tutti ma allo stesso tempo è sicuramente, nel contesto pugliese, la realtà con le maggiori potenzialità di sviluppo. Il potenziale di valorizzazione dei prodotti enogastronomici tipici è rappresentato proprio dai crescenti e consolidati flussi turistici (extraregionali e internazionali) richiamati dal fantastico scenario paesaggistico della valle dei trulli. In tutto l’arco dell’anno, il turista/visitatore, essendo stimolato a consumare in loco prodotti tipici rappresenta al contempo un grande mercato potenziale ed un potente strumento pubblicitario. La presenza di risorse genetiche uniche è l’altra grande risorsa che stimola appassionati ricercatori ad approfondire gli studi, valorizzare i risultati, aprendo gli scenari a nuovi prodotti ed idee commerciali.  Tuttavia per molte varietà autoctone non si dispone di materiale sano e/o certificato, e risulta quindi alquanto difficile presupporre di incrementare la coltivazione di queste varietà senza arrivare ad ottenerlo. In tale direzione il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile-Caramia” (C.R.S.A.) di Locorotondo (Ba), che da sempre è al servizio del territorio, sta già lavorando da anni collaborando attivamente con Enti locali, aziende del comparto ed altre Istituzioni di ricerca regionali (Università, CNR, etc.). In particolare, sono tre i progetti nell’ambito dei quali il C.R.S.A ha svolto e continua a svolgere l’attività di recupero dei vitigni: uno finanziato dalla Regione Puglia dal titolo “Selezione clonale e sanitaria di vitigni ad uva da vino, da tavola e dei portinnesti (SELMIVI)” e uno finanziato dalla provincia di Bari sul “Recupero di vitigni autoctoni per la valorizzazione di produzioni enologiche di nicchia della Provincia di Bari”. Il terzo ambizioso progetto, ultimo ad essere avviato ha proprio come  titolo “Recupero e valorizzazione della viticoltura nel comprensorio dei trulli” cofinanziato da Amministrazioni Provinciali, Comuni ed aziende. Comune denominatore di queste attività di ricerca è dunque il recupero del germoplasma, il C.R.S.A. “ Basile-Caramia” . Numerose sono state negli ultimi anni le nuove accessioni selezionate in vigneti commerciali dell’area e appartenenti ai vitigni Bianco d’Alessano, Fiano aromatico, Fiano rosa, Pagadebiti, Malvasia, Francavilla, Impigno, Uva della Scala, Uva della Specchia, Marchione, Maruggio, Verdeca, Susumaniello, San Nicola, Ottavianello, Notardomenico.  La selezione di campo è il primo passo per arrivare all’ottenimento di materiale di propagazione sanitariamente idoneo e/o certificato. Inoltre sono stati condotti rilievi che riguardano le caratteristiche produttive e biometriche, finalizzate non solo all’omologazione dei cloni ma anche all’Iscrizione al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite, di quei vitigni minori (la maggior per la verità) che ancora non lo sono. Infatti bisogna considerare che l’iscrizione a catalogo delle varietà è condizione necessaria perché il nome del vitigno appaia in etichetta oltre che, assolutamente prioritario, per poter essere coltivati. Altro scopo della Ricerca è quello di adattare i processi di trasformazione enologica alle caratteristiche dei singoli vitigni oltre che sperimentare ed individuare nuove tipologie di vino e/o di prodotto. Anche questa attività, per la verità già in parte avviata dal C.R.S.A. “ Basile-Caramia”, ha come obiettivo quello di approfondire le componenti fenoliche e aromatiche (soprattutto i composti terpenici che caratterizzano le varietà autoctone) dei diversi vitigni, (e non solo di quelli più evidentemente dotati dal punto di vista aromatico come ad esempio il Fiano minutolo, o il Marchione) per poterle esaltare con tecniche e protocolli di vinificazione mirati, come ad esempio la vinificazione in riduzione per le varietà bianche aromatiche. Tutto ciò mira a far sì che i vitigni minori non rientrino solo negli uvaggi delle DOC ma che possano essi stessi costituirsi alla base di nuovi prodotti (ad esempio distillati, passiti, vinificazioni monovitigno) che essendo così peculiari del territorio sarebbero al sicuro da eventuale competizione internazionale e costituirebbero una nuova interessante componente del turismo enogastronomico locale.

Cari saluti,

 

 

Pamela Giannini

(Settore Viticoltura ed Enologia del CRSA Basile Caramia)

 

 

 

2)

 

Caro Felice
sono un enologo di Cisternino (da poco tempo trasferito in Puglia) e con
rammarico confermo quello che hai riportato nell'articolo, devo però precisare
che nel tempo la Puglia, ivi compresa la Valle d'Itria, ha lasciato la strada
della qualità per inseguire la quantità, cose che peraltro potrebbero viaggiare
in parallelo (con alcuni limiti) conseguendo per la maggior parte un titolo di
"cantina d'Italia" (titolo che ovviamente non piace a nessuno).
Purtroppo la battaglia non è possibile farla con i soli vitigni autoctoni ma
serve soprattutto il marketing, vinificazioni innovative che abbinate a nuovi
impianti e ad una massiccia dose di volontà politica permetterebbe lo sviluppo
dell'enoturismo ed ovviamente di nuove imprese vitivinicole.
Infatti, comunque, bisogna scontrarsi con le grandi e blasonate zone
vitivinicole (e relativi vini) con le numerose difficoltà del caso pensando al
futuro non solo con vitigni a bacca bianca ma anche con quelli a bacca rossa, i
quali potrebbero comunque dare risultati senz'altro diversi che in altre zone
della stessa Puglia.
Inoltre, a mio parere, ci sarebbe bisogno di cambiare il disciplinare 
apportando qualche modifica che porterebbe senz'altro ad un beneficio.
Inoltre sarei disposto a creare impresa anche con soci puntando
esclusivamente sulla qualità.

Fiducioso di un Vs. riscontro invio
Distinti Saluti
Conte Francesco

 

 

 

3)   L'intervista a Lino Carparelli pubblicata su Polis. 

 

 

 

 

Carparelli intervista2

Stappato in Francia uno champagne del 1825

 

Repubblica qualche tempo fa ha riportato una notizia curiosa: è stata infatti aperta la più antica bottiglia di champagne del mondo, 184 anni dopo che erano stati apposti i sigilli.

Lo champagne era un Perrier-Jouet del 1825 ed è stato aperto con altre 19 bottiglie della casa (quattro del 19esimo secolo, quattordici del 20esimo e una del 21esimo).

La cerimonia è stata organizzata a Rheims (in Francia settentrionale) dalla casa vinicola per dimostrare "che i buoni champagne possono durare decenni se ben conservati".

All'evento erano stati invitati 12 esperti enologi ai quali fare assaggiare lo champagne. Ecco come si sono espressi:

"per qualcuno aveva un vago sapore di funghi; qualcun altro vi ha trovato una sfumatura di tartufo bianco; un altro ancora è stato colpito dal sapore di miele e panpepato"

 

 

La striscia di Giancarlo Granaldi…

 

Noci, 20 maggio 2009

Si è parlato di amore ieri sera a Noci, durante l’atteso incontro con Andrea Muccioli. In tutte le salse. Amore per il padre Vincenzo, il fondatore di San Patrignano, l’uomo che ha dato inizio al sogno ma non ha potuto vederlo compiutamente realizzato a causa della cattiveria e dell’invidia di altri uomini.  Andrea ha ricordato una  terribile profezia : vedrai che quando io non ci sarò più la smetteranno di attaccarci e Sanpa finalmente decollerà come merita. E così è stato. Amore per la propria famiglia, a cominciare dalla moglie, presente in sala, che deve essersi sentita particolarmente orgogliosa e gratificata per le splendide parole che Andrea ha avuto per lei. Amore per i ragazzi di San Patrignano che costituiscono la sua famiglia allargata ed a cui dedica tutte le sue energie, che per fortuna sembrano essere inesauribili. Amore per le produzioni di gran pregio che consentono ai ragazzi di imparare un mestiere per quando usciranno dalla comunità: abbiamo avuto modo, a fine serata, di degustare salumi, formaggi e vini di San Patrignano a dir poco eccezionali. Le risposte che il nostro ospite dava alle incalzanti domande dell’infaticabile Domenico Maraglino lasciavano intravedere i tratti del suo carattere: forte, ostinato, risoluto, serio ma nello stesso tempo autoironico ed anche giustamente visionario. Quando qualcuno desidera fortemente di fare il cuoco o di saper suonare bene uno strumento musicale non può che essere in perfetta sintonia con l’essenza della nostra condotta. E non è mancata una stoccatina anche al nostro Carlin  a proposito delle priorità nei confronti di alcuni popoli sfortunati, come quelli del sud-est asiatico o dell’America Latina: lotta alla piaga mortale della droga prima che recupero di produzioni alimentari in via di estinzione. Ma Andrea è così: prendere o lasciare. E noi prendiamo… Ormai per noi è uno di famiglia, come la signora Antonietta, Piero, Antonio e tutti i ragazzi che a più riprese abbiamo avuto la fortuna di incontrare.  E non è mancato un duro monito ai genitori di oggi: non è un caso che tanti ragazzi si droghino, e che l’età media tenda ad abbassarsi sempre di più. In questo mondo dedito alla ricerca, con ogni mezzo, del successo, dei soldi, del semplice apparire bisognerebbe seguire maggiormente i propri figli, parlare di più con loro, non abbandonarli e non abbassare mai la guardia. E soprattutto non cedere alle prime difficoltà nel rapporto: investiamo in amore, i dividendi ci saranno sempre.  

Giancarlo Granaldi

Comunicato Andrea Muccioli

 

Noci, 20 maggio 2009

Si è parlato di amore ieri sera a Noci, durante l’atteso incontro con Andrea Muccioli. In tutte le salse. Amore per il padre Vincenzo, il fondatore di San Patrignano, l’uomo che ha dato inizio al sogno ma non ha potuto vederlo compiutamente realizzato a causa della cattiveria e dell’invidia di altri uomini.  Andrea ha ricordato una  terribile profezia : vedrai che quando io non ci sarò più la smetteranno di attaccarci e Sanpa finalmente decollerà come merita. E così è stato. Amore per la propria famiglia, a cominciare dalla moglie, presente in sala, che deve essersi sentita particolarmente orgogliosa e gratificata per le splendide parole che Andrea ha avuto per lei. Amore per i ragazzi di San Patrignano che costituiscono la sua famiglia allargata ed a cui dedica tutte le sue energie, che per fortuna sembrano essere inesauribili. Amore per le produzioni di gran pregio che consentono ai ragazzi di imparare un mestiere per quando usciranno dalla comunità: abbiamo avuto modo, a fine serata, di degustare salumi, formaggi e vini di San Patrignano a dir poco eccezionali. Le risposte che il nostro ospite dava alle incalzanti domande dell’infaticabile Domenico Maraglino lasciavano intravedere i tratti del suo carattere: forte, ostinato, risoluto, serio ma nello stesso tempo autoironico ed anche giustamente visionario. Quando qualcuno desidera fortemente di fare il cuoco o di saper suonare bene uno strumento musicale non può che essere in perfetta sintonia con l’essenza della nostra condotta. E non è mancata una stoccatina anche al nostro Carlin  a proposito delle priorità nei confronti di alcuni popoli sfortunati, come quelli del sud-est asiatico o dell’America Latina: lotta alla piaga mortale della droga prima che recupero di produzioni alimentari in via di estinzione. Ma Andrea è così: prendere o lasciare. E noi prendiamo… Ormai per noi è uno di famiglia, come la signora Antonietta, Piero, Antonio e tutti i ragazzi che a più riprese abbiamo avuto la fortuna di incontrare.  E non è mancato un duro monito ai genitori di oggi: non è un caso che tanti ragazzi si droghino, e che l’età media tenda ad abbassarsi sempre di più. In questo mondo dedito alla ricerca, con ogni mezzo, del successo, dei soldi, del semplice apparire bisognerebbe seguire maggiormente i propri figli, parlare di più con loro, non abbandonarli e non abbassare mai la guardia. E soprattutto non cedere alle prime difficoltà nel rapporto: investiamo in amore, i dividendi ci saranno sempre.  

Giancarlo Granaldi

Logo Victor

Victor Country Hotel

Victor Country Hotel

Contrada Albero della Croce

S.P. 78 Alberobello-Mottola Km. 2,7

70011 Alberobello (Bari)

Tel. +39.080.4326054
Fax +39.080.4326091

www.victorcountry.com

info@victorcountry.com

 

 

Giungere al Victor Country Hotel è un viaggio nell’anima della Puglia. Seguire le teorie dei muretti a secco e i miraggi dei trulli, per ritrovarsi viandanti nella bellezza. Vivere un Resort posto al centro di tanta meraviglia, per poi perdersi fra l’incanto di Alberobello, Valle d’Itria e Murgia. Con lo sguardo rivolto al mare cerco l’armonia che rende ogni dettaglio il luogo che parla alla mente. Ora riscopro il silenzio per ascoltare l’essenza della natura.

 

Siamo presenti su  

 

L'Uliveto

L’Uliveto

Ristorante L’Uliveto

c/o Hotel Cavaliere

Via T. Siciliani, 47

70015 Noci (Bari)

Tel. +39.080.4977589
Fax +39.080.4949025

www.hotelcavaliere.it  

info@hotelcavaliere.it

 

 

“Utilizzare in cucina il meglio dei prodotti della tradizione pugliese, per aprirsi con creatività ed un pizzico di divertimento, a ricette e soluzioni provenienti da tutto il Mediterraneo”.

E’ questo il credo del nostro Chef de “L’Uliveto”, che dopo una serie di esperienze internazionali è approdato all'Hotel Cavaliere per interpretare la cucina pugliese in chiave creativa mediterranea.

Collocato in un’ampia sala dalle forme morbide, tra piante di ulivo e opere d’arte che ne fanno una galleria permanente, L’Uliveto è il posto ideale per un pranzo di lavoro o di relax, ma anche semplicemente per degustare un calice di vino abbinato ad una composizione di formaggi e confetture locali, in un ambiente rilassato con un servizio sempre attento alla cura di ogni particolare.

 

 

Logo Cavaliere

Hotel Cavaliere

Hotel Cavaliere

Via T. Siciliani, 47

70015 Noci (Bari)

Tel. +39.080.4977589
Fax +39.080.4949025

www.hotelcavaliere.it

info@hotelcavaliere.it

 

Da sempre riferimento della migliore ospitalità e dell’autentica tradizione gastronomica pugliese, l'Hotel Cavaliere vi aspetta a Noci, nel cuore della Puglia, per ospitarvi nelle sue camere dalle linee gradevoli e funzionali, tutte dotate di TV LCD 26”, Aria Condizionata, Pay TV, Internet WiFi e coccolarvi a tavola con piatti di fresca creatività mediterranea.

La nuova gestione, a cura della Accademia del Turismo, vi dà il benvenuto.

Una giovane organizzazione con la passione di rendere unica l'esperienza in hotel.

Degustazione degli spumanti Monte Rossa

 

 

 

Grande degustazione degli spumanti Monte Rossa.

Ospite Emanuele Rabotti, patron dell’azienda.

 

Mercoledì 27 maggio ore 20.30

Victor Country Hotel – Alberobello (Bari)

Contrada Albero della Croce – S.P. 78 Alberobello-Mottola Km 2,7

Tel. +39.080.4326054

www.victorcountry.com

 

 

 

 

Azienda Agricola Monte Rossa – Bornato (Brescia)

Ubicazione e cenni storici

La tenuta di Monte Rossa è situata a Bornato, nel cuore della Franciacorta, sulla sommità del colle che domina il paese, un tempo feudo delle potenti famiglie Bornati e Rossa, del cui antico splendore restano imponenti testimonianze architettoniche.

Oltre all’incantevole posizione e alla vista mozzafiato che spazia a 360 gradi sulla Franciacorta, nelle giornate più limpide si abbraccia con un solo sguardo dal lago d’Iseo alle colline moreniche circostanti agli Appennini, Monte Rossa vanta una serie di costruzioni risalenti a varie epoche storiche: la torre di avvistamento degli Oldofredi del 1200; la villa padronale d’origine quattrocentesca ricca di affreschi e di angoli suggestivi unici; la scalinata in marmo bianco del 1700 disegnata dall’abate Antonio Marchetti (corealizzatore del progetto del Duomo di Brescia) raffigurante Pan e Siringa che la tradizione popolare indica invece come il Diavolo e la Diavola.

Il tutto immerso in una riserva naturale dove spiccano roseti di molteplici varietà, antichi e moderni, italiani e stranieri che fanno da cornice ai filari dei vigneti.
 

L’azienda

Monte Rossa è un’azienda fondata nel 1972 che si è specializzata nella produzione di Franciacorta.

Dispone di 70 ettari di vigneti direttamente governati da cui ricava circa 500.000 bottiglie ottenute con la cura e l’esperienza maturate in più di trent’anni di attività.

Pur con un’impostazione imprenditoriale, l’azienda conserva la cura artigianale e la ricerca appassionata e minuziosa dell’eccellenza. Per questo utilizza solo uve provenienti dai propri vigneti o da vigneti direttamente governati. La cantina di stoccaggio ha una capacità di 1.200.000 bottiglie, che consente lunghi tempi di maturazione.
 

La famiglia

Monte Rossa è guidata con grande passione dalla famiglia Rabotti, in particolare da Emanuele Rabotti il cui spirito innovativo ha condotto l’azienda ad una serie di nuovi investimenti produttivi effettuati al fine di ottenere una qualità sempre più elevata.

 

Spumanti in degustazione proposti in magnum:

Monte Rossa Satén

Monte Rossa P.R.

Monte Rossa Cabochon

                                                

                                       Informazioni, prenotazione e costi:

             Franco 335.6231826, Maria Grazia 339.8206479, Domenico 393.9887653

 

Logo Mare e Gravine

Accordi di solidarietà

                                                  

                                               

                                                        

Ciao a tutti,

Volevo rendervi nota l'iniziativa che la nostra condotta sta organizzando qui a Palagiano (TA) per aiutare le genti d'Abruzzo:

ACCORDI DI SOLIDARIETA' (Accordi non solo musicali ma anche e soprattutto perchè siamo riusciti a mettere insieme tutti i colori della politica e tutti i musicisti e cantanti del mio paese)

Quel poco che riusciremo a raccogliere per metà verrà inviato al sindaco di Castel di Ieri in provincia dell'Aquila (comune dove sono presenti molti volontari di Palagiano) e per metà a Slow Food Italia mediante bonifico e causale "Solidarietà Abruzzo".

Il concerto (ingresso libero – obolo volontario) si terrà nell'atrio delle Scuole Elementari dalle ore 18.00 alle ore 24.00 di sabato 23 maggio 2009.

Allestiremo anche 2-3 stands enogastronomici per raccogliere ulteriori fondi.

Un abbraccio.

 

Salvatore Pulimeno

Fiduciario Condotta Slow Food Mare e Gravine

 

                 Manifesto