Locandina

Come eravamo…a tavola

 

 

Un nuovo ed originale appuntamento ci aspetta il 13 novembre a Noci presso il Miramonte Party.

 

Ritornano per l’occasione l’esperienza, la maestria e la professionalità dello chef Sebastiano D’Onghia, ai fornelli del Miramonte dal lontano 1971.

 

Con l’evento “Come eravamo… a tavola” cercheremo di riproporre le atmosfere, le musiche e i sapori, tipici dei lauti pranzi consumati durante un matrimonio.

 

Abbiamo preferito iniziare con gli anni ’70 visto che, da una nostra ricerca, questo risulta il periodo nel quale si iniziava a proporre per un matrimonio un vero e proprio pranzo in una sala ricevimenti. Negli anni precedenti, invece, il pranzo di matrimonio era realizzato soprattutto con panini, bibite e dolcetti, intervallati con musica (tutta rigorosamente live) e balli tipici.

 

Non c’erano ancora i DJ e la mitica discomusic, pertanto, in sala venivano eseguite, dalle varie band locali, polke, mazurke e quadriglie, con un occhio di riguardo ai cosiddetti lenti ballati dalle coppie invitate rigorosamente a debita distanza.

 

Negli anni’70, invece, il menù cominciava già ad essere ricco e variegato, con preparazioni povere nell’elaborazione, ma gustose ed abbondanti nei contenuti.

 

La successione dei piatti che abbiamo pensato di proporre per l’occasione è stata estratta fedelmente da un menù di un matrimonio del 10/04/1969, festeggiato per l’appunto nelle indimenticabili sale dell’Hotel Miramonte di Noci.

 

Vi aspettiamo numerosi e vi chiediamo di coinvolgere per l’evento i vostri amici e parenti, ma soprattutto, se ne avete, quelli convolati a nozze in quegli anni.

 

Avremo così la possibilità di farci raccontare storie ed aneddoti accaduti durante i loro matrimoni, e di rivivere in questo modo le atmosfere, oggi quasi inimmaginabili, di quegli anni.

 

P.S. Su ogni tavolo, infine, non mancherà la presenza simbolica della celebre carta oleata, chiamata “cartaogliata” nel gergo quotidiano e immancabile nelle feste di matrimonio di quegli anni; era utilizzata, infatti, per raccogliere e conservare le pietanze nuziali avanzate durante il ricevimento, che potevano poi essere comodamente consumate a casa da ogni invitato. Una usanza ormai oggi dimenticata e che sarebbe necessario recuperare, soprattutto per evitare gli inutili sprechi che contraddistinguono invece i matrimoni odierni.

 

 

 

 

 

 

 

 

MENÙ

 

Aperitivo con salatini e olive con cocktail Miramonte

 

Antipasto all’italiana

 

Raviolini alla bolognese

 

Dentice al vapore con insalata russa e salsa maionese

 

Emmental e mozzarella

 

Macedonia al gelato

 

Vino locale

 

Caffè

 

Miramonte Party S.r.l. – Strada Provinciale per Castellaneta, Km 1 – 70015 Noci (BA) Tel. 080.4978409

Cheese 2011

Benvenuti a Cheese!

Dal 16 al 19 settembre torna Cheese, all’ottava edizione. Con focus sulla Francia, l’evento biennale braidese dedicato alle forme del latte, quest’anno illustra e approfondisce la complessità – di sapienze, esigenze, problemi e risorse – legata ai prodotti lattiero-caseari. La manifestazione punta i riflettori sui tre pilastri su cui si regge l’eccellenza casearia: latti, mestieri, territori. Tre declinazioni plurali che possono essere ulteriormente scomposte e avvicinate per analizzare molte delle principali tematiche che riguardano questo settore: dai luoghi che ospitano gli animali, alle tecniche di produzione, all’affinamento.

La biodiversità casearia, a tutti i livelli, è presente non solo negli stand del Mercato dei Formaggi – dove incontrare tra gli altri i produttori dei Presìdi dei formaggi – e nelle proposte della Gran Sala, ma anche nei Laboratori del Gusto, le degustazioni guidate per allenare i cinque sensi al riconoscimento della qualità, negli Appuntamenti a Tavola, occasione imperdibile per gustare specialità locali e internazionali in ambienti unici, e nei Laboratori del Latte, gli incontri aperti al pubblico durante i quali discutere e confrontarsi su questioni sempre attuali perché legate alla nostra alimentazione, al paesaggio, al mercato… Intanto proseguiranno le attività educative, avviate nelle scuole i mesi scorsi, con le degustazioni pensate per i più piccoli e la produzione del formaggio proposte alle scolaresche, inoltre percorsi progettati per adulti – tra cui il Master of Food – e bambini.

Non mancano i punti ristoro con le Cucine di strada, i Chioschi Degustazione e la Piazza della Birra, oltre all’atteso debutto della Piazza della Pizza.

E tante altre novità e sorprese… Per scoprirle, tenete d’occhio il sito costantemente aggiornato.

Scarica il programma dettagliato.

Dal WWF

 

 

 

WWF: “LA PESCA ECCESSIVA METTE A RISCHIO

SIA PESCI CHE PESCATORI”

 

I complimenti del WWF all’inchiesta di Anno Zero.

E l’augurio per la riforma della pesca che verrà proposta nelle prossime settimane

 

 

 Pesci e pescatori, entrambe le “specie” sono a rischio. E' la fotografia  evidenziata dallo speciale "Anno zero" andato in onda ieri sera su  Rai 2 dal titolo "Chi ha assassinato i nostri mari?” per il quale il WWF si complimenta con la rete RAI e gli autori.

Quello di ieri è un giornalismo di inchiesta puntale, approfondito e documentato che in prima serata ha ripercorso i problemi più evidenti del mare, un ambiente che da anni  soffre di uno sforzo di pesca eccessivo e che ha impoverito talmente i  fondali tanto che a farne le spese sono soprattutto le comunità stesse di  pescatori.

 

Non ultimo il meccanismo dei sussidi perversi, che elargiti per anni dalla comunità europea, hanno alimentato negli anni una pesca eccessiva, facendo  sviluppare imbarcazioni dalla potenza superiore a quanto il mare potesse  sostenere, giganti del mare che per decenni hanno solcato e raschiato  letteralmente il fondo: ora la crisi è evidente e tutti ne stanno patendo il  dramma. Come dichiarato nel documentario, perdendo la qualità e la ricchezza del nostro Mediterraneo siamo costretti ad importare più del 50% del nostro pescato e ad escogitare trucchi e trucchetti (tra l'altro velenosi) per far apparire fresco un pesce che arriva da migliaia di chilometri di distanza.

 

  “Nelle prossime settimane la Commissione europea pubblicherà la sua proposta  di riforma sulla pesca, un documento che dovrà poi essere approvato entro il  prossimo anno – ha dichiarato Marco Costantini, responsabile Programma Mare del WWF – Ci auguriamo che, alla luce di quanto anche evidenziato nel  reportage Rai, e documentato nella campagna WWF 'Mediterraneo doc' in corso in questi mesi, si possa giungere ad una soluzione capace di allentare la  morsa della pesca insostenibile e trovare soluzioni alternative per le  economie locali, perché i primi ad essere colpiti dalla crisi dei nostri mari  sono per primi i pescatori stessi.”

 

 

Roma, 29 giugno  2011

Ufficio stampa WWF Italia – ì

Tel. 06.84497.377– 02-83133233 – 329-8315725 – 349 0514472

 

IL SITO WWF SUL MEDITERRANEO:

http://mediterraneo.wwf.it/

 

 

 

 

 

 

 

1 classificata ex-aequo

Concorso fotografico

  

Foto 1° classificata ex-aequo "Colori della Murgia" di Alessandro Cartoni

Foto 1° classificata ex-aequo "Ramasola di regina" di Alessandro Cartoni

Foto 2° classificata "Le torri gemelle" di Domenico Maraglino

Foto 3° classificata "Un volto di Terra Madre" di Anna Domenica Bianco

                   1° classificata ex-aequo

                                                                  2° Classificata

3° Classificata

Tutte le foto esposte nel concorso in Galleria fotografica.

Una particolare sezione dedicata alla chiocciola vista dall'IPhone.

Slow Food day (Riflessioni)

 

 

 

 

 

Slow Food Day

18 giugno 2011

1a Festa nazionale di Slow Food Italia

per i 25 anni di attività

Chiostro di Santa Chiara – Noci

 

 

Festa era stata promessa e festa è stata. 

Ad  iniziare dalla individuazione del luogo nel chiostro di Santa Chiara a Noci, magica cornice, pregevolmente restaurata e resa fruibile, per una felice occasione di condivisione sociale.

E già, perché la festa si fa con la gente e di gente, a incontrare Slow Food (e la concezione globale del cibo lento), ne è venuta davvero tanta.

Ad incominciare dai bambini (primo evento della giornata) a conclusione del percorso didattico orto in condotta effettuato materialmente  negli orti scolastici ad hoc realizzati.  Loro hanno imparato – nel mangiare – ad usare tutti i cinque sensi (non soltanto il gusto) per conoscere o riconoscere, valutare ed apprezzare i buoni cibi di cui il nostro territorio è generoso.  Flora, per non fare nomi, si è spesa in questo incontro  in ammirevole sintonia con i bimbi, mostrando di possedere attitudine e speciale capacità di comunicazione davvero spiccate.

Andati via i bambini, la scaletta prevedeva l’aperitivo è ” contadino”

(con i prodotti dei soci produttori delle Comunità del Cibo e dei Presidi Slow Food del territorio) felicemente rappresentato da bruschettine olio e pomodoro, bocconcini di frittata e tranci di mirabile calzone di cipolla;  il tutto innaffiato – come si suol dire – con l’ottimo spumante rosé metodo classico della cantina Polvanera, gustato alla temperatura giusta.  Parecchia gente si è aggirata intorno ai vassoi:  molti del luogo – che le tre preparazioni conoscono dall’infanzia – ma anche turisti (c’erano veneti, austriaci, tedeschi) che hanno brillantemente superato – se mai c’è stata – una iniziale perplessità sulla cipolla.

Questi due eventi hanno fatto volare la mattinata conducendo alla pausa pranzo ed alla chiusura del sito dalle 13.00 alle 15.00.

La piccola tavola della Condotta di Alberobello e Valle d’Itria (e alcuni soci che si sono uniti nel dare una mano per la riuscita della giornata) ha trascorso l’interruzione presso L’antica Locanda ove il suo animatore Pasquale ha ammannito alcune  specialità della casa.

Alla ripresa, una commissione si è riunita per valutare le 25 opere presentate al concorso fotografico obiettivo slow sui temi cari a Slow Food.  Tutte opere valide e cariche delle motivazioni che l’Associazione promuove.  Sono risultati vincitori Alessandro Cartoni cui è andato il primo premio con due opere a pari merito (Colori della Murgia e Ramasola di regina);  secondo premio a Domenico Maraglino (Torri gemelle);  terzo premio ad Anna Domenica Bianco (Un volto di Terra Madre).

La scaletta è densa di occasioni ma proprio in onore della filosofia Slow non è stata tiranna, al fine di assaporare fino in fondo tutte le occasioni della giornata, ognuna meritevole di attenzione ed interesse.

Si arriva così, in piena serata, al laboratorio di degustazione sensoriale dedicato al Capocollo di Martina Franca, Presidio Slow Food:  tra capo e collo.

Prefazione ed illustrazione ormai collaudate di Angelo Costantini, responsabile della Associazione dei produttori dell’ormai rinomato prodotto.  Egli ha sapientemente inquadrato  la zona geografica del capocollo, le difficoltà superate per l’ottenimento delle deroghe da parte della UE sulle tecniche e sulle procedure ormai storiche che conducono ad un prodotto   reperibile a livello nazionale. 

Affluenza in crescendo, curiosità tanta.  Notevole il successo della proposta di iscrizione  a Slow Food a prezzo notevolmente ridotto.  Davvero scarsa l’adesione ad un contributo volontario a favore dell’operazione Mille orti in Africa.

Con l’ultimo impegno della giornata ci si avvia alla conclusione in un clima di vera festa paesana:  viva viva le nonnette che san fare le orecchiette! La sorpresa è stata davvero grande quando invece di due nonnette si sono accinte ad una “gara” assolutamente bonaria e familiare non due nonnette ma due signore ancor giovani Anna Buono e Anna Franca Rossano.  La circostanza ci rassicura sulla sopravvivenza delle antiche arti della preparazione del cibo in casa (la pasta è sicuramente un piatto principe) senza dover fare continuo e stringente ricorso ai luccicanti prodotti che escono dalle nostre pur pregevoli industrie alimentari.  È la storia dell’uomo che si tramanda – anche se negli aspetti minimali – operazione   i cui risultati non potranno che essere positivi.  Anna Franca ha informato gli astanti che è in corso d’opera l’insegnamento ai nipoti della preparazione delle orecchiette.  Evviva Anna Franca!

Il primo premio è andato ad Anna Buono, il secondo a Anna Franca Rossano.

Va detto, per inciso, che tutti i premi erano costituiti da prodotti locali e Presidi Slow Food.

Non era peraltro difficile incontrare un’ampia gamma di tali prodotti poiché ogni arcata del chiostro accoglieva una azienda espositrice che – per dovere di cronaca – riporto citandole in senso antiorario:

               Comunità del grano della Valle d’Itria (grano senatore Cappelli)

               Calemone, passata di pomodoro Torre Guaceto

               Cantine Polvanera – Gioia del Colle

               Antica masseria Caroli – Martina Franca

               Salumificio Santoro – Cisternino

               Azienda agricola Angelo Simeone, prodotti caseari – Pezze di Greco

               L’Ape e la Coccinella, azienda agrobiologica – Fasano

               Associazione produttori Capocollo di Martina Franca.

Se dobbiamo valutare il successo dell’iniziativa dall’affluenza, basti pensare che la manifestazione si è protratta ben oltre le 22.00, orario previsto per la chiusura e che – conclusa la gara delle orecchiette – il Chiostro era ancora pieno di gente interessata agli espositori.

Alla prossima occasione, dunque.

 

Domenico Giannelli

23.06.2011

 

1° Concorso fotografico

 

 

“Obiettivo SLOW” 

In occasione del 25° anniversario della fondazione di Slow Food, la condotta Slow Food Alberobello e Valle d’Itria indice il 1° Concorso fotografico “Slow Food25.raw”

REGOLAMENTO 

Art.1– il concorso ha per tema “Slow Food secondo il tuo obiettivo”. Le opere devono evidenziare

la filosofia, la storia, le tematiche e tutto quello che l’associazione mette in evidenza (biodiversità, terra madre, comunità del cibo, presidi, buono-pulito e giusto, etc).

Art.2- la partecipazione al concorso è libera a tutti, fotografi amatori e professionisti. Ogni autore può partecipare con un massimo di tre opere, sia a colori che in bianco e nero, stampate su carta fotografica in formato 20 x 30.

Saranno escluse dal concorso le foto elaborate con programmi di fotoritocco. Sul retro di ogni foto dovrà essere indicato in stampatello: nome e cognome e titolo dell’opera (con eventuale descrizione).

Art.3– le foto saranno valutate dal giudizio insindacabile ed inappellabile da una giuria nominata dall’associazione e decreterà le opere vincitrici che saranno premiate il 18 Giugno 2011.

Art.4– Tutte le opere riconosciute valide dalla giuria saranno esposte in occasione della manifestazione.

Art.5– La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento.

Art.6– Ogni partecipante è responsabile di quanto rappresentato nelle proprie opere, sollevando Slow Food Alberobello e valle d’Itria da ogni responsabilità, anche nei confronti di eventuali soggetti raffigurati nelle fotografie.

Art.7– Ogni partecipante dichiara di possedere tutti i diritti sugli originali e sulle elaborazioni delle foto inviate; conserva la proprietà delle opere trasmesse alla giuria, ma cede i diritti d’uso delle immagini e delle eventuali elaborazioni a Slow Food Alberobello e valle d’Itria autorizzando la stessa associazione alla pubblicazione delle proprie foto, con il solo vincolo di indicare nella pubblicazione il nome dello stesso.

Art.8– al termine della manifestazione il materiale pervenuto non verrà restituito ed entrerà a far parte dell’archivio dell’associazione, la stessa provvederà a pubblicarle sul proprio sito www.slowfoodalberobello.it  e su quello di Slow Food Puglia  www.slowfoodpuglia.it

Art.9– la quota di iscrizione al concorso è di € 10,00 per partecipante, di € 5,00 se socio Slow Food, dando la possibilità a chi non lo fosse di potersi iscrivere in concomitanza con la propria iscrizione allo stesso concorso. La quota sarà versata il giorno della manifestazione.

Art.10– ogni partecipante dovrà far pervenire entro e non oltre il termine del 15 Giugno 2011 le opere stampate su carta fotografica in formato 20×30 riportando sul retro il titolo ed una eventuale breve descrizione, a mezzo posta, al seguente indirizzo: Slow Food Alberobello e Valle d’Itria, via De Giosa, 7- 70011 Alberobello (BA) oppure sarà considerata valida anche la consegna a mano allo stesso indirizzo.

Inoltre ogni partecipante dovrà far pervenire entro e non oltre il termine del 15 Giugno 2011 via e-mail all’indirizzo slowfoodalberobello@virgilio.it  le opere in formato digitale jpeg con risoluzione massima 640×480 e la propria scheda di iscrizione (in allegato) compilata in ogni sua parte.

Art.11– premi: 1° classificato: tessera  Slow Food (nuovo socio o rinnovo), piatto in ceramica di Slow Food                            Alberobello e Valle d’Itria.                        

                          

Ulteriori premi sono in fase di definizione, comprenderanno sicuramente prodotti messi a disposizione dai ns. soci produttori.

               

INFO: Francesco 335.6231826 – Alessandro 328.6259450

 

Scarica la scheda d'iscrizione al concorso.

Slow Food day

 

 

18 GIUGNO 2011  "PRIMA FESTA NAZIONALE DI SLOW FOOD" 

Il 18 giugno 2011 si celebrerà in 300 piazze italiane la prima festa nazionale di Slow Food. Si tratta di un'occasione per rendere concreto e tangibile il significato di essere co-produttori, ovvero della solida alleanza tra chi produce il cibo e chi lo consuma.

 

Slow Food intende celebrare questa giornata in ciascuna delle sue 400 Condotte d’Italia, con una serie di attività che vogliono mettere in luce ciò che fa l’associazione, per cercare di realizzare le proprie idee e la propria filosofia.

 

Attraverso le Condotte infatti, Slow Food agisce quotidianamente sul territorio grazie all’impegno volontario di soci che, instancabilmente, si prodigano per costruire una rete di rapporti tra produttori di cibo “buono, pulito e giusto” e consumatori, anzi “co-produttori”, consapevoli delle proprie scelte di consumo.

 

La Condotta Slow Food Alberobello e Valle d’Itria, ha scelto per il 18 giugno 2011 di festeggiare in uno dei suoi comuni che si è particolarmente distinto, per sensibilità di amministratori e cittadini, verso i temi riguardanti il valore del cibo come centro di relazioni foriere di sviluppo concreto, sia in termini economici che culturali:  il Comune di Noci. Indiscussa e ben nota è oramai la sua vocazione verso la promozione e realizzazione di iniziative di ogni sorta che ne hanno decretato la definizione di Città dell’Enogastronomia. Noci si è spinta oltre: è il primo dei comuni di Puglia che ha attivato, finanziandolo integralmente, il progetto ORTO IN CONDOTTA, progetto fondamentale  su cui Slow Food punta la maggior parte della sua politica educativa, proprio perché a favore delle nuove generazioni.

 

Il nostro programma di attività per la giornata del 18 giugno, si svolgerà nel Chiostro di Santa Chiara, recentemente restaurato e riportato al suo antico splendore. Sito in Via Porta Putignano, nel complesso dell’ex palazzo municipale, nel Centro storico di Noci, rappresenta un luogo di elezione, perché storicamente centro della vita sociale e culturale cittadina.

 

Ecco il programma della giornata:

 

 

Programma:

 

 

Ore 10.00 – ORTO IN CONDOTTA

                               Laboratorio di educazione sensoriale per i bambini

 

Ore 12.00 – L’APERITIVO E’ “CONTADINO”

                               Con i prodotti dei soci produttori delle Comunità del Cibo e dei Presidi Slow Food del territorio. Contributo libero.

 

Ore 15.00 – OBIETTIVO SLOW

                               Presentazione della Mostra fotografica sui temi cari a Slow Food, in occasione del 25° compleanno dell’Associazione. Premiazione della foto vincente il Concorso fotografico “OBIETTIVO SLOW”.  

 

Ore 18.30 – TRA CAPO E COLLO

                               Laboratorio di degustazione sensoriale dedicato al Capocollo di Martina Franca, Presidio Slow Food.

 

Ore 21.00 In Piazza Plebiscito – VIVA VIVA LE NONNETTE CHE SAN FARE LE ORECCHIETTE!

                               Sfida all’ultima orecchietta, nella preparazione del la tradizionale pasta fresca pugliese nel minor tempo  possibile. La cortese signora che avrà preparato più orecchiette in un tempo stabilito, sarà premiata con un pacco dono di prodotti offerti dai nostri soci produttori.

                              

Per tutta la giornata saranno presenti nel Chiostro di Santa Chiara, piccoli stand espositivi dei soci produttori delle Comunità del Cibo e dei Presidi Slow Food del territorio.

 

Vogliamo “incontrare quanta più gente possibile, per farci conoscere da chi non ci conosce, per raccontarci meglio a chi sa ancora poco di noi, per spiegare cosa facciamo a chi non l’ha capito a fondo, per coinvolgere nei nostri progetti tutti quelli che avranno voglia di unirsi a noi.

… perché ognuno di noi può fare qualcosa "per lasciare il mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato".

Foto oste

L’oste che non c’è

 

 

 

 

“L’OSTERIA SENZ’OSTE” A VALDOBBIADENE : UN’OASI INCANTEVOLE DI PACE, BELLEZZA E CIVILTA’

 

Dove si trova Osteria senz'Oste.

Il cascinale é situato tra le vigne e per questo motivo, la possibilità di parcheggiare é limitata ed é necessario trovare spazio tra i filari che ci sono 80/100 metri prima di arrivare sul posto, dove c'é uno spazio indicato. Non può essere usato il piazzale della cantina adiacente che serve alla stessa come area di manovra automezzi da lavoro. Osteria senz'Oste si trova lungo la direttrice che dalla piazza Valdobbiadene va verso Santo Stefano, passato il paese di San Pietro.

L’osteria senz’oste esiste. Non è una leggenda metropolitana come alcuni credono.

L’osteria senz’oste è un luogo ”magico”, aperto 24 ore su 24, che si trova immerso nelle splendide colline del comune di Valdobbiadene (TV); un luogo da “vivere” con intensità, dove poter ammirare un paesaggio incantevole in tutte le stagioni e in tutte le ore e dove mangiare cibi semplici, ma di ottima qualità.

L’oste, come suggerisce il nome del posto, non c’è; ogni persona che arriva in questa osteria si serve da sola scegliendo tra scaffali, mensole e frigoriferi quello che preferisce.

Si paga poi alla fine, seguendo un listino prezzi e mettendo il denaro in un contenitore/musigna che funge da cassa.

Non è facile arrivare qui visto che non ci sono indicazioni di nessun tipo, il proprietario vorrebbe che questo luogo rimanesse “esclusivo” e fosse conosciuto solo tramite il “passa parola“ tra persone amiche che conoscono bene il senso dell’onestà e del rispetto.

Io ci sono stata la prima volta la scorsa estate e da allora questo posto è diventato “un rifugio” dove respirare il silenzio, il profumo della natura, il senso del bello e l’armonia della nostra terra.

L’interno della vecchia casa rurale è accogliente (spesso d’inverno c’è anche il caminetto acceso) e la piccola terrazza panoramica sembra un trampolino di lancio verso l’infinito.

Qui, anche se non si è soli il “clima” è sempre magicamente inconsueto, la non presenza dell’oste fa sentire tutti “custodi” di un luogo tanto prezioso quando delicato. I confini tra i tavoli spariscono, lo scambio di opinioni ed emozioni è sorprendentemente facilitato e le amicizie nascono con spontaneità. Ci si sente tutti più liberi e sereni in un luogo dove il proprietario (che a volte gira in borghese tra le persone) ha deciso di fidarsi, cosa rara al giorno d’oggi, del genere umano. Chissà forse anche il signor Cesare (questo il nome del proprietario) la pensa un po’ come Ghandi che affermava:

“Non bisogna perdere la fiducia nell’umanità. L’umanità è come l’oceano. Se poche gocce dell’oceano sono sporche, non per questo l’oceano diventa sporco.”

…o forse ha solo trovato un modo originale per guadagnare senza investire troppo e mettendo alla prova l’onestà delle persone attraverso il senso di responsabilità, esclusività e segretezza.

Lasciamo ad ognuno di voi le considerazioni in merito e vi auguro di “scoprire” prima o poi quest’osteria.

Buon viaggio tra le nostre bellissime colline e buona “caccia al tesoro”.

 

 

"Ho inventato l’Osteria senza oste per mettere alla prova gli onesti"

«Di qua, di là del Piave ci sta un’osteria. Là c’è da bere e da mangiare e un buon letto da riposar», cantavano gli alpini durante la Grande guerra. C’è ancora. C’è anche da bere e da mangiare. Manca solo il letto. Soprattutto manca l’oste. Non è morto, non l’ha ammazzato nessuno. Semplicemente non c’è mai stato. Infatti si chiama proprio così: Osteria senza oste. Un monumento all’illimitata fiducia nella lealtà umana. Entri, ti servi e te ne vai, non prima d’aver depositato i soldi del conto (che devi farti da solo) in una cassettina di legno a forma di casa, munita di un piccolo lucchetto, sul cui tetto il falegname ha inciso questa sentenza: «L’onestà lascia il segno».
È un’osteria unica al mondo. E da tutto il mondo, non solo dall’Europa, vengono per vederla, come attestano i dieci libri allineati nella madia, zeppi di dediche entusiastiche di gente arrivata col passaparola dagli Stati Uniti, dal Canada, dal Giappone, persino dalla Namibia e dal Porto Rico. Si trova appena oltre la linea del Piave, sulla sommità del colle di Cartizze che 90 anni fa pullulava di cannoni austriaci: dove c’erano le trincee, oggi crescono le vigne. Ma rintracciarla non è facile, bisogna cercare con pazienza. Avete presente una caccia al tesoro? Ecco. Da Valdobbiadene, provincia di Treviso, si va verso Santo Stefano. A un certo punto, sulla destra, un’edicola votiva e la freccia della cantina Col Vetoraz. Si prende la strada sterrata. S’infila l’auto tra i filari di viti. Poi, a piedi, su per una brevissima capezzagna preceduta da una freccia segnaletica con un punto interrogativo, «perché arrivano qui dopo aver girato a vuoto due-tre ore domandandosi indove casso che l’è», ride il padrone di casa. Il cartello dice: «Proprietà privata. Libero accesso consentito agli amici e alle persone munite di buon senso, rispetto e responsabilità». Firmato: «L’oste che non c’è».
A dir la verità l’innominato che ogni giorno porta fin quassù le vettovaglie, di nomi ne avrebbe fin troppi: Aribert Norbert Bernhard Ellemann. È un ex domatore tedesco di 69 anni che ha lavorato per il Circo Americano, per quello di Berlino e per Moira Orfei. Fu l’ultimo a lasciare Bagdad con tigri e leoni dopo la caduta di Saddam Hussein. Ma lui è solo l’uomo di fatica dell’oste che non c’è, un fantasma che d’inverno accende il fuoco nel camino, che deposita ogni giorno la soppressa col cuore di lardo, i formaggi delle malghe Barbarìa e Cesèn e della latteria Perenzin fatto senza il caglio come nel Medioevo, il pane cotto nel forno a legna, i bibanesi all’olio d’oliva modellati a mano, gli zaletti, i Prosecchi delle cantine Col Vetoraz, Sancòl, Bisiol, La Tordera, Ca’ Salina, Bortolomiol. Prezzi più che modici: un intero salame a 6 euro, le uova sode a 50 centesimi.
Oggi ho avuto fortuna: a guidarmi c’è lui, l’oste che non c’è. «Qualche volta faccio portare le patate lesse, ovi duri e un filo d’olio: la gente va via di testa, non è che ci voglia chissaché per mangiar bene». Si chiama Cesare De Stefani, ha 47 anni, una bella moglie, due figli. Abita nella frazione di Guia. È un imprenditore dedito all’arte di famiglia, titolare col fratello Giacomo di un rinomato salumificio che porta il loro cognome e che produce fra l’altro i Giacomini, filetti di maiale affumicato finiti nello zaino di Ranieri Gorza, alpinista bellunese di Lamon, durante la scalata all’Ururu Peak (5.895 metri), la vetta del Kilimanjaro, la più alta montagna d’Africa. Il padre Giuseppe e la madre Bernardetta, macellai, misero Cesare a bottega alla fine della terza media perché mostrava poca voglia di studiare, «bocciato due volte, lo Stato avrebbe dovuto farmi pagare la tassa d’occupazione del suolo pubblico, considerato che i banchi di scuola sono di tutti», non si assolve. Ma l’ingegno era brillante: oggi possiede anche la cantina Sancòl, che imbottiglia Prosecco e Cartizze.

F.R.

 

                          

 

Foto1

                                                              Foto2

 

 

Firme

Destina il tuo 5 per mille

 

Come sai, è periodo di dichiarazione dei redditi e, anche quest’anno sarà possibile destinare il 5 per mille alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, a sostegno dei piccoli produttori agricoli e delle comunità del cibo di tutto il mondo.

Grazie al contributo di quanti hanno scelto di sostenerci, la Fondazione Slow Food porta avanti quotidianamente 350 progetti in tutto il mondo per la salvaguardia delle economie locali, l’educazione del gusto e la valorizzazione di un’agricoltura sostenibile.

Nel 2010, grazie ai fondi raccolti, la Fondazione Slow Food ha sostenuto diversi Presìdi in Brasile, in Kenya, in Tagikistan e in Armenia. A seconda dei casi sono state acquistate attrezzature, risistemati laboratori, organizzati corsi di formazione, trovati nuovi sbocchi di mercato…

Oggi con il tuo 5 per mille contribuirai a sostenere un nuovo grande progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità: creare 1000 orti in Africa.

Fare un orto in Africa significa produrre cibo sano e fresco per le comunità, trasferire i saperi degli anziani alle nuove generazioni, dare alle donne il ruolo di protagoniste dell’economia comunitaria, favorire la conoscenza dei prodotti locali, il rispetto dell’ambiente, l’uso sostenibile di suolo e acqua, la salvaguardia delle ricette tradizionali.

Gli orti saranno realizzati nei villaggi, nelle città e nelle scuole di quindici paesi africani.

Scopri come realizzare 1000 orti in Africa e guarda il video: dona il tuo 5 per mille! 

 

Come si fa? E’ semplice, bastano due gesti:

1 Firma il riquadro dedicato al “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale” (Onlus) sul tuo  modello per la dichiarazione dei redditi (Modello Unico, 730, CUD)

 

2 Indica il codice fiscale della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus: 94105130481

 

Chi è tenuto a fare il 730 o il Modello Unico, potrà destinare il 5 per mille in sede di compilazione. Chi non è tenuto a fare la dichiarazione dei redditi ma vuole destinare ugualmente il 5 per mille potrà farlo compilando l’ultima pagina del CUD.

 

Ti invitiamo a visitare il sito www.fondazioneslowfood.it  dove, cliccando sul banner “dona il tuo 5 per mille”, troverai maggiori dettagli sulla campagna e tutto il materiale di comunicazione facilmente scaricabile con cui potrai aiutarci con il passaparola diffondendo la voce quanto più possibile tra clienti, amici, familiari, studi commercialisti ed esercizi commerciali sul tuo territorio.

 

Per ulteriori informazioni  – e per eventuali richieste di materiale – puoi contattare Eleonora Giannini (0172/419701; e.giannini@slowfood.it ) oppure

Fabio Merafino (0172/419672; f.merafino@slowfood.it ). 

 

Come sempre, grazie per il tuo prezioso aiuto.